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Benevento – Ben venga il ritorno alla normalità. Ben venga il mettere da parte le ansie e le paure generate dal covid. Ben venga tutto, ma una riflessione appare d’obbligo. Dopo mesi di messaggi continui, utilizzando facebook per diffondere il proprio pensiero (misto alle proprie preoccupazioni) e dopo le minacce di chiudere il corso Garibaldi e Piazza Risorgimento a causa degli assembramenti, il sindaco Clemente Mastella cosa decide di fare? Di lasciar organizzare per fine luglio il BCT, il Festival del Cinema e della Televisione di Benevento. Meglio chiarire subito, considerando come si possa giungere facilmente a errate conclusioni: nulla contro la manifestazione, anzi ben venga (è il caso di dirlo) l’arrivo in città di artisti del calibro di Carlo Verdone.

Viene però da chiedersi come possa il primo cittadino controllare gli accessi a una manifestazione pubblica che si svolgerà “in diverse location della città”, parole queste prese in prestito dal comunicato di annuncio. Una decisione in netta contrapposizione rispetto al “Mastella pensiero” che la cittadinanza è stata costretta a sorbirsi via social e via telefono, con il primo cittadino sempre ligio nel ricordare di seguire la linea della buona condotta. E così, dopo aver chiesto di aprire eventualmente lo stadio “Ciro Vigorito” a soli mille abbonati, Mastella concede il proprio ok per una manifestazione che ha sempre riscosso un grande successo, portando per le strade di Benevento migliaia di cittadini.

Lo immagino il sindaco in prima persona a vigilare per le strade del centro, facendo in modo che la gente indossi le mascherine, mantenga il metro di distanza e non crei imbarazzanti assembramenti. Scusatemi, ma ipotizzare scene del genere veramente induce a delle riflessioni.

Quella a cui abbiamo appena assistito è una vera e propria inversione di marcia da parte dell’inquilino di Palazzo Mosti, lo stesso che soltanto la scorsa settimana decideva di chiudere Piazza Risorgimento. Decisione rivista ieri su consiglio del Comitato dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica.

Ci siamo sorbiti un’infinità di messaggi sul cosa fare e non fare, sul come comportarci, sul dover denunciare noi stessi parenti e amici che “furbescamente” rientravano dal Nord. Viene allora lecito interrogarsi o almeno interrogare chi ci propinava continuamente la triste storia dello stare lontano dai nipoti.

Magari, ce lo auguriamo con tutto il cuore, tra due mesi il virus sarà solo un lontano e brutto ricordo ma, nel frattempo, al Governo ancora si interrogano se concedere o meno il via libera tra Regioni a inizio mese e numerosi virologi ci mettono in guardia dalla nuova, possibile ondata autunnale.

Mastella, insomma, si mette in scia e copia Luca Zaia, il governatore del Veneto che pochi giorni fa ha concesso il proprio assenso alla Mostra del Cinema di Venezia. “Se lo fanno loro, figuriamoci se non possiamo farlo noi”, avrà pensato Clemente da Ceppaloni. Lo stesso (ancora lui!) che nei mesi scorsi, non un anno fa si badi bene, pregava affinché il Sud evitasse il disastro. Lo stesso che palesava dubbi sulla tenuta sanitaria qualora il virus avesse invaso il nostro territorio.

Sarà proprio Mastella, probabilmente, a chiarire cosa è cambiato nella sua testa, conseguenza che porterà inevitabilmente a vedere con occhi diversi molte altre situazioni. In attesa di un post o di una conferenza chiarificatrice, non resta che rallegrarsi per una normalità ormai a portata di mano nonostante ristoranti, cinema e altre attività debbano “arrabattarsi” per sbarcare il lunario. Un inno, insomma, all’incoerenza (del sindaco).