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Benevento – Domenica Matera, sindaco di Bucciano, lancia una proposta ad Antonio Di Maria per sbloccare l’impasse in cui da giorni è caduta la questione della sovra tassazione di 14.70 euro per abitante, decisa dal Presidente della provincia nei giorni scorsi, e che si va ad aggiungere all’importo già determinato mesi fa dalla stessa Provincia sulla bolletta della gestione dei rifiuti per quest’anno solare. Secondo Matera, per far fronte alla crisi di liquidità e al bilancio in rosso di 22 milioni di euro della società provinciale di gestione, cioè la Samte, la Provincia può attingere almeno a una parte dei fondi della Tefa (tributo per l’esercizio delle funzioni ambientali) pagato da tutti i Comuni proprio alla Provincia. Il sindaco di Bucciano intende formalmente rappresentare questa sua idea di risoluzione del problema della crisi Samte con una lettera che sta per partire alla volta della Rocca dei Rettori. Matera, che ci ha voluto anticipare per telefono la sua posizione, si è dichiarato innanzitutto solidale con le posizioni assunte in queste ore da quasi tutti i sindaci del Sannio: del resto, lo aveva già fatto con un appassionato intervento in sede di assemblea dei sindaci proprio alla Rocca dei Rettori lo scorso 12 luglio. Come gli altri primi cittadini, a partire da quello del capoluogo Clemente Mastella, che, per primo, aveva contestato il “suo” (politicamente) Di Maria e la sovrattassa decisa dalla Rocca dei Rettori quando ormai i Comuni avevano già approvato i propri Bilanci e dunque già iscritto a ruolo di pagamento la tariffa sui rifiuti inviata a tutti i cittadini, Matera aveva dichiarato nel corso di quel dibattito di ritenere illegittimo il provvedimento del Presidente. Infatti, la Samte, a giudizio di Matera, non svolge alcun servizio per i Comuni: d’altra parte, non è nemmeno colpa della Samte, visto che l’unico impianto funzionante per trattare i rifiuti, e cioè lo Stir di Casalduni, è andato a fuoco alla fine di agosto 2018. In ogni caso, i Comuni sono costretti a sversare a Tufino o a Pianodardine e cioè fuori provincia; dunque perché pagare Samte? Il problema della sopravvivenza di questa Società, istituita per forza di legge nel 2009, non può essere riversato sui Comuni, disse il 12 luglio Matera; ma è di esclusiva competenza della Provincia che deve farsi carico della questione dal punto di vista politico. Sulla scorta di tali argomentazioni, molti Sindaci, a partire da Mastella, hanno inviato note alla Provincia chiedendo la revoca o la sospensione del provvedimento di aumento di 14,70 euro per abitante della bolletta rifiuti. Rispetto a tali posizioni, il sindaco di Bucciano, nel riconfermarle in pieno, ha rilanciato la palla nel campo di Di Maria, offrendogli una possibile strada alternativa. A suo giudizio, dunque la Provincia può attingere dai circa due milioni di euro che i Comuni versano alla Provincia per la Tefa (ma, a dire il vero, qualche Comune “dimentica” di farlo, ndr) per pagare almeno qualche conto in sospeso di Samte e, soprattutto, gli interventi per la raccolta del percolato nei siti di discarica dismessi. Quest’ultima operazione è un obbligo imprescindibile per la Provincia, anche perché il mancato adempimento porterebbe a immediate conseguenze di natura penale per procurato disastro ambientale: pertanto, secondo Matera, la Provincia potrebbe destinare in parte questo gettito fiscale Tefa per finanziare gli interventi della Samte e garantirne la prosecuzione in vita. Fin qui Matera che comunque ritiene che il problema sia politico: “Va discusso e trovato una soluzione condivisa. La Provincia deve trovare la giusta soluzione e non farla ricadere sui cittadini“. Dal canto suo Di Maria, che aveva promesso di studiarsi la possibilità di una sospensione del suo stesso provvedimento, sinora non ha preso alcuna decisione.