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Non si è fatta attendere la replica di Erminia Mazzoni a Clemente Mastella. Nella sua conferenza di chiusura della campagna elettorale, questa mattina, il sindaco aveva accusato l’ex parlamentare di non aver sostenuto in Parlamento il suo tentativo di portare a Benevento la Scuola della Magistratura. Accusa che la Mazzoni rispedisce al mittente con una nota stampa che di seguito riportiamo integralmente:

Benevento ha un Sindaco fortunatamente  “uscente” che nella conferenza stampa di chiusura della sua campagna elettorale mi ha voluta onorare di una menzione, riproponendo un antico racconto, risalente a circa 15 anni fa,  su un mio presunto voto contrario alla istituzione della Sede della Scuola della Magistratura a Benevento. Tanto mi obbliga a una replica al suo livello. Ha scavato per trovare qualcosa contro di me e, non riuscendoci, ha ripiegato su una invenzione, mal costruita, che evidenzia anche l’approssimazione del suo agire istituzionale.

È imbarazzante che il Sindaco di Benevento, più volte Ministro e per 34 anni in Parlamento, ignori le regole fondamentali del nostro sistema. Pur di attaccare ripete una storia già più volte smentita. La indicazione delle tre sedi, come prescritto dall’art. 1 del Decreto Legislativo n. 206/2006, è avvenuta con Decreto Ministeriale, che è atto amministrativo e non legislativo e, pertanto, non passa in Parlamento.  Compie, quindi, un errore madornale e imperdonabile perché nessun parlamentare potrebbe votare un decreto ministeriale.  Ancor più grave se ripetuto oggi dopo i fiumi di inchiostro che i costituzionalisti hanno usato per spiegare che i Decreti, strumento usato nell’emergenza Covid, sono atti che non passano in Parlamento. Quel Decreto emanato dall’allora Ministro Mastella il 13.12.2006 per modificare il precedente decreto del Ministro Castelli, che indicava per il Sud la sede di Catanzaro, fu immediatamente impugnato innanzi al TAR dalla città di Catanzaro. Il ricorso fu accolto e il decreto annullato perché illegittimo per mancanza di motivazione. Un epilogo triste che il Sindaco uscente farebbe bene a non ricordare per non mortificare ulteriormente i cittadini di Benevento. Millanta da anni di essere l’ideatore della Scuola, prevista in realtà dalla legge n. 105/2005 e istituita con il successivo decreto legislativo n. 206/2006, quando il Sindaco uscente di Benevento non era Ministro. Una volta Ministro fece un tentativo chiaramente speculativo, visto l’esito infausto. Se avesse voluto veramente sostenere le sorti della città di Benevento, essendo, anche prima di diventare Ministro, un esponente di potere ai vertici della politica nazionale avrebbe potuto incidere prima che la scelta cadesse su Catanzaro. Ma di tale attivismo dell’attuale sindaco di Benevento non vi è traccia negli archivi politici. Ai cittadini che dovranno votare il 3 e il 4, tale vicenda la dice lunga sulla serietà delle promesse elettorali del sindaco uscente di Benevento. L’allora Ministro, grazie alla sua posizione, fu eletto nel collegio sicuro della Calabria, ai cui cittadini aveva raccontato la favola dell’impegno per il bene di quel territorio, attribuendosi il merito della indicazione della sede di Catanzaro. Una volta eletto, con grande senso etico, il primo atto compiuto in risposta ai voti dei calabresi fu di tentare maldestramente di sottrarre una istituzione destinata a quel territorio. Ha, in altre parole, applicato la logica perversa del turismo elettorale  che porta a prendere i voti e bruciare le promesse di impegno per i cittadini elettori. Per quanto mi riguarda posso solo dire che non ho mai avuto ruoli di potere perché ho sempre rifiutato di vendere i miei elettori per un posto a Roma. Ho sempre fatto battaglie che mi hanno resa invisa ai capi ma che mi hanno tenuta saldamente legata ai cittadini elettori, come dimostrano le preferenze che ho sempre avuto fino a quando ho deciso di non ricandidarmi.

Avrei sperato per la città di Benevento che la campagna elettorale potesse essere animata da proposte e controproposte. Invece la via scelta dall’attuale sindaco è quella dell’attacco e della denigrazione dell’avversario con uno scadimento della comunicazione che offende chi deve votare. Ai cittadini, invece di parlare di chi come me oggi non è protagonista della sfida elettorale, ma ha solo la colpa di aver osservato il passo di questa amministrazione e di non averlo condiviso, il sindaco avrebbe potuto e dovuto parlare del proprio operato perché è su questo che si chiede il consenso.  Avrebbe dovuto e potuto parlare della sua visione del “paesone” che ha amministrato per 5 anni, avrebbe potuto informare tutti noi del perché la programmazione europea 2014/20 non è mai partita, perché nella strategia 21/27 Benevento è assente, perché il Depuratore è ancora a farsi, perché la riapertura del Teatro Comunale non si è mai realizzata, perché Benevento non è rientrata nella programmazione dei Siti Unesco, perché Benevento non ha ottenuto e assegnato le risorse post alluvione del 2015 e realizzato gli interventi di messa in sicurezza urgenti e necessari, perché ha perso la indicazione come stazione centrale AV/AC e ha guadagnato solo le compensazioni come stazione passante, perché strade, allacci e fognature nelle contrade vengono annunciate come opere prioritarie invece di essere realizzate nei 5 anni precedenti,….. questo è quello di cui si dovrebbe occupare un candidato sindaco uscente. Spero che quest’ennesimo scivolone del sindaco faccia riflettere.”