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Una scelta profondamente sbagliata che offende non solo chi ha progettato l’opera come «un edificio civico, collettivo, a destinazione culturale connessa all’innovazione tecnologica» al centro del quartiere popolare per eccellenza di Benevento, oltre che più popoloso, ma anche un mondo di impegno sociale che avrebbe dovuto essere coinvolto attivamente”.

Continua a tener banco la polemica relativa alla scelta dell’amministrazione comunale di concedere in gestione all’Arpac la mediateca del Rione Libertà. Ad attaccare sono i due consiglieri pentastellati a palazzo Mosti Marianna Farese e Nicola Sguera.

Gli esponenti del M5S, innanzitutto, sottolineano che “fu grave errore inaugurare la Spina Verde durante la campagna elettorale amministrativa del 2016: l’opera era priva di collaudo, senza convenzioni con i soggetti che avrebbero dovuto gestirne le varie strutture, senza sorveglianza. Un peccato, considerando le devastazioni av-venute (ingiustificabili) di una delle opere più intelligenti e meglio pensate del PIU Europa”.

Errore attribuito all’amministrazione targata Fausto Pepe.

Ma il sindaco Clemente Mastella, proseguono Farese e Sguera, “non ha svolto bene il suo lavoro di vigilanza”. “Le scelte fatte, poi,  sull’affidamento delle strutture – aggiungono -sono molto discutibili. Avemmo modo illo tempore di stigmatizzare l’affidamento a soggetti “confessionali” di strutture pubbliche”.

Quindi l’affondo: “Pochi giorni fa il Sindaco ha annunciato che la Mediateca sarebbe stata gestita dall’ARPAC (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale). Il vantaggio vantato è per il Comune, che ha garanzia della gestione della struttura e presidio nell’area, e per l’Agenzia, che risparmierà un milione di euro”.

La riteniamo una scelta profondamente sbagliata che offende non solo chi ha progettato l’opera come «un edificio civico, collettivo, a destinazione culturale connessa all’innovazione tecnologica» al centro del quartiere popolare per eccellenza di Benevento, oltre che più popoloso, ma anche un mondo di impegno sociale che avrebbe dovuto essere coinvolto attivamente. Troviamo francamente surreale che nella Delibera di Giunta si dica in premessa che la Mediateca nasce per promuovere la formazione culturale attraverso la multimedialità e l’organizzazione di eventi, e si conclude affidandola ad un Ente (burocratico) che dovrà garantire sostanzialmente la sicurezza e, in subordine, mettere a disposizione la Mediateca «ai giovani, agli studenti e alle associazioni che operano nel Rione Libertà». Come potrà farlo l’ARPAC, con quali strumenti? Nel momento in cui la struttura diventerà un ufficio è realistico pensare di poterne fare un uso diverso? Insomma, ci pare una scelta al ribasso, mediocre, il tradimento di una potenzialità che, adeguatamente utilizzata, poteva essere segnale forte ad un quartiere che continua ad essere percepito dalla politique politicienne come un grande serbatoio di voti, da blandire con promesse elettorali sempre disattese”.

Non possiamo infine – concludono i due consiglieri del M5S – non ricordare un latente conflitto di interessi tra chi guida l’ARPAC sannita e la politica (partitica). Difficile pensare ad una mera coincidenza. Al contrario, ci sembra una plastica raffigurazione di una “casta” autoreferenziale che disattende e tradisce i veri bisogni popolari”.