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Benevento – Una mensa scolastica su 3 presenta delle irregolarità e su 224 mense ispezionate sul territorio nazionale 7 sono state chiuse per la grave situazione igienico-strutturale rilevata. Sono questi i primi risultati del monitoraggio di controllo condotto dai carabinieri del Nas dall’inizio dell’anno scolastico. L’obiettivo è accertare le condizioni d’igiene e strutturali dei locali e la corretta gestione e preparazione degli alimenti, anche in relazione alle esigenze nutrizionali e salutistiche dei ragazzi. 

Questi i primi risultati. Sono stati individuati e sottoposti a sequestro oltre 2 tonnellate di derrate alimentari (prodotti ittici, carni, formaggi, frutta, verdura, olio, pane) poiché prive di indicazioni di tracciabilità e provenienza dei prodotti, detenute in ambienti e condizioni inadeguati nonché scadute di validità. Alle 81 irregolari sono state contestate 14 violazioni penali, 95 infrazioni amministrative alle normative nazionali e comunitarie con il deferimento di 15 persone alle competenti Autorità Giudiziarie oltre alla segnalazione di 67 soggetti alle Autorità Amministrative, nonché l’irrogazione di sanzioni pecuniarie per oltre 576mila euro.

A lanciare l’allarme, dopo l’ispezione a tappeto nelle scuole di tutta Italia, sono gli esperti di Foodinsider, osservatorio “non istituzionale” sulle mense scolastiche. Il sondaggio ha preso in esame i menù invernali delle scuole primarie di 51 comuni, dal Nord al Sud Italia. Il questionario è stato compilato da numerosi genitori o commissioni mensa, i risultati sono stati registrati in un database. Sono in crescita i comuni che hanno eliminato i salumi: a Napoli sono diminuiti drasticamente anche se il capoluogo campano si ritrova al 37esimo posto. La classifica non sorride a Benevento che si posiziona al 46esimo posto. A partire dal menù, Foodinsider mappa la qualità della ristorazione scolastica attraverso un sistema ‘a punti’ – utilizzato dall’Asl2 di Milano sin dal 2010 – e promuove attraverso una piattaforma online quelle che meglio riescono a coniugare gusto, salute e sostenibilità. L’indagine non considera aspetti ‘soggettivi’ come il gradimento del pasto, ma qualità, frequenza e varietà degli alimenti proposti ai bambini.