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Tra gli ostacoli principali di una rifondazione, l’incertezza è certamente il più subdolo. Il Benevento se ne sta rendendo conto in modo diretto, legando il suo futuro a un mercato che stenta a decollare a ogni latitudine. Se non si sbloccano le trattative, se non arrivano offerte congrue per i pezzi pregiati, programmare si trasforma in un’impresa ai limiti del possibile. E quelli che erano visti come papabili obiettivi rischiano di trovare casa altrove sposando progetti diversi. 

E dunque se ‘attesa’ sembra essere la parola chiave dell’estate calcistica, quella protratta nel tempo non è certo un’alleata affidabile per la Strega. Tanti i giocatori sotto contratto su cui si è registrato l’interesse di club di categoria superiore, ma le dinamiche che caratterizzano il classico ‘gioco delle parti’ sono risapute. Da una parte troviamo i possibili acquirenti, che fanno leva sulla retrocessione per abbassare il prezzo e alleggerire ingaggi da brividi (Lapadula e Glik su tutti), dall’altra il club di Oreste Vigorito, che non vuole saperne di fare sconti dopo gli investimenti di dodici mesi fa. 

Con questi presupposti va da sé che trovare una quadra risulta particolarmente difficile, e per la prima volta dopo diversi anni il ritiro pre-campionato giallorosso ha visto impegnata una squadra ben distante da quello che sarà il nuovo Benevento di Fabio Caserta. Letizia non ha ancora rinnovato e lascia tutte le porte aperte visto che andrà in scadenza, proprio come Insigne. Il redivivo Kragl sta provando a strappare una difficile conferma, Schiattarella è ancora in organico anche se al capolinea. Per non parlare di Ionita, rientrato dal lungo infortunio, sul cui futuro aleggia un grosso punto interrogativo. A questi va ad aggiungersi il difensore centrale Talbi, ingaggiato a gennaio con l’obiettivo di averlo in A, quando la retrocessione sembrava un’ipotesi lontana. 

A venti giorni dall’inizio del campionato il cartello ‘lavori in corso’ è ben visibile sul quartier generale della Strega con conseguenze evidenti anche sul cosiddetto ‘piano b’. Sul taccuino di Foggia erano finiti ad esempio Canotto, Folorunsho e Cancellotti, ma tutti e tre sono sempre più lontani anche a causa dell’inevitabile temporeggiare in attesa di cessioni. Sul primo è ora forte il Lecce, che spera di prenderlo a parametro zero osservando attentamente l’evolversi della situazione-Chievo; il secondo è a un passo dal Pordenone, che ha preso Ciciretti dal Napoli e con gli azzurri ha aperto un canale preferenziale. Il terzo, infine, è vicinissimo al Pescara.

Un bel groviglio da risolvere per Pasquale Foggia, che nelle prossime (caldissime) settimane dovrà adempiere all’arduo compito di completare una rosa adesso monca, o almeno renderla solida attraverso valutazioni attente. Perché anche le permanenze di lusso, se dovessero verificarsi, dovranno essere convinte. Troppi esempi recenti hanno dimostrato che i valori tecnici vengono azzerati nel momento in cui a latitare sono le motivazioni, azionando vere e proprie trappole. Insomma, c’è un gran bel lavoro da fare.