Sensibilizzare le coscienze della pubblica opinione e delle istituzioni sul tema delle morte in carcere per suicidio. Piazza Risorgimento di Benevento, come altre 86 piazze italiane, ha visto una l’iniziativa dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale. Il momento più forte è stato quando sono stati ricordati i nomi dei detenuti morti suicida, quelli per malattia e altre cause ancora da accertare accanto a quelli di quanti li hanno in custodia, cioè gli agenti di polizia penitenziaria che in questi mesi si sono tolti la vita.
Detenuti e poliziotti della Penitenziaria che condividono una terribile condizione disagio umano sia pure su fronti opposti. Tra gli 86 Garanti territoriali anche quella della Provincia di Benevento, Patrizia Sannino, ha letto l’elenco dei nomi e rivolto l’appello con l’obiettivo è quello di accendere i riflettori sulle grandi carenze del sistema penitenziario attuale, un focus sul sovraffollamento carcerario, sulle mancanze sanitarie e trattamentali, sulla necessità di una maggiore applicazione delle misure alternative al carcere, sull’approvazione della legge sulla liberazione anticipata speciale. Prendere quindi coscienza di questa grande tragedia esistenziale, che giace nel silenzio delle istituzioni. Troppo spesso i luoghi detentivi sono considerati una discarica di essere umani, anziché luoghi di riabilitazione.” accusano i manifestanti. Cinque suicidi: tre nella provincia di Caserta due nella provincia di Napoli. I decessi per la morte naturale in carcere sono 32: due nella provincia di Avellino, due nella provincia di Caserta, uno nella provincia di Benevento, uno nella provincia di Salerno e 26 nella provincia di Napoli. Sono 1330 atti di autolesionismo 68 nella provincia di Benevento. I tentativi di suicidio sono 156 , di cui 19 nella provincia di Benevento. A Benevento un decesso ma per morte naturale. Questa mattina in piazza Risorgimento presente Patrizia Sannino, Garante dei Diritti delle Persone Detenute e private della libertà personale per la Provincia di Benevento che ha detto: “Qui nella struttura carceraria di Benevento, il direttore Marcello fa un grande sforzo. Ci sono però problemi logistici. Ci sono 250 detenuti in una struttura che dovrebbero contenere al massimo 450 detenuti. Marcello fa quello che può, soprattutto per il settore femminile con corsi di formazione. Queste non devono essere eccezioni, dovrebbe essere la regola”. La Sannino ha detto: “i soggetti ristretti fanno parte della nostra società. Non devono essere abbandonati. Se sono rinchiusi hanno sbagliato devono pagare la pena ma non devono perdere la loro dignità. Se vengono effettuati gesti autolesionistici vuol dire che qualcosa nella struttura carceraria non funziona. La sanità non funziona, le misure alternative non funzionano, non c’è recupero“. La Sannino ha quindi aggiunto: “La sanità pubblica è uguale a quella penitenziaria. Manca il personale medico, mi sembra un’ingiustizia”.
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L’inferno delle carceri, mobilitazione dei garanti territoriali dei detenuti
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