Tempo di lettura: 3 minuti

Un tuffo nel tempo che ha fatto rivivere atmosfere che sembrano perdersi in un passato lontano, ma che allo stesso tempo sono così attuali. Questo il filo conduttore della presentazione del libro “Montefalcone di Val Fortore. L’emigrazione di fine ‘800, Gibilterra e il naufragio del 17 marzo 1891”, scritto da Marcello Zeppa che si è svolta presso la sede di Confindustria di Benevento. L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione degli Amici dei Musei e dei Beni Culturali del presidente Rito Martignetti che ha ringraziato l’autore “per aver raccontato non solo la tragedia del piroscafo Utopia avvenuto nella Baia di Gibilterra nella quale morirono 540 migranti, 12 dei quali partiti da Montefalcone di Val Fortore, ma di aver descritto il fenomeno migratorio dell’epoca consentendo al lettore di essere trasportato nel 1891 quando milioni di italiani, tra paure e incertezza del futuro furono costretti a lasciare la terra natia”.

A fare gli onori di casa il presidente di Confindustria Benevento avv. Oreste Vigorito e il direttore Anna Pezza. Il patron del gruppo Ipvc, al vertice della Confindustria sannita dal 2021, ha ricordato il suo forte legame con il Fortore e in particolare con Montefalcone: “Lì nel lontano 1993 – ha spiegato Vigorito – ho installato il mio primo impianto eolico trovando una popolazione laboriosa e capace di guardare oltre le resistenze che c’erano in quel periodo. Ho ricordi bellissimi di quei tempi e custodisco ancora a casa mia l’insegna della “A’ Taverna”, un posto gestito dalla famiglia di Matteo Miresse dove hanno trovato ospitalità ed ottimo cibo tutte le persone che erano impegnate nel parco eolico”. Presenti anche Michele Leonardo Sacchetti, sindaco di Montefalcone di Val Fortore e Dario Curcio, presidente della Pro-Loco che nei loro interventi hanno sottolineato “la voglia di rinascita delle aree interne” attraverso una serie di iniziative per consentire soprattutto ai giovani di programmare il loro futuro lì dove sono nati e non obbligandoli ad emigrare. Sulla stessa falsa riga anche le parole di Nino Lombardi, presidente della Provincia di Benevento per il quale “si tratta di territori dalle grandi potenzialità e bisogna adoperarsi per evitare il loro spopolamento”. La prefazione del libro è stata curata dal professore e scrittore Luigi Meccariello che ha evidenziato la capacità dell’autore “non solo di raccontare una tragedia, ma di trasmettere al lettore il pathos, le angosce ed il dramma al quale andò incontro tanta povera gente indagando, poi, sulla cause sotterranee del fenomeno migratorio andando oltre quello che molti libri narrano”.

Di notevole interesse storico quanto detto dal professor Giancarlo Vergineo, uno dei relatori dell’evento, che ha ripercorso le vicissitudini dell’Italia dalla sua unificazione sottolineando come il malessere che poi ha portato all’imponente fenomeno migratorio di quegli anni “non era legato ad un reale problema di contrapposizione tra Nord e Sud, quanto piuttosto alla precisa volontà della classe dirigente e dei proprietari terrieri dell’epoca di mantenere il loro status quo, sfruttando il lavoro dei contadini destinati, così, alla miseria certa. Se volete capire quale fu il dramma dell’emigrazione – ha proseguito Vergineo – specie quella dei nostri nonni leggete il libro di Marcello Zeppa. Perché la sua sensibilità e la sua cultura cattolica sono state in grado di trasmetterci anche i sentimenti, lo stato d’animo degli emigranti di ieri, come quelli di oggi, nel loro viaggio con le spalle al futuro”.