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Lo scorso giugno Liberato Miccoli fu condannato dalla Corte d’Assise a 12 anni di reclusione per l’omicidio della moglie, Angela Della Torre.  L’uomo al culmine di una lite spinse la moglie dalle scale del loro appartamento a Castellabate. In un primo momento si pensò ad un tragico incidente domestico ma, in seguito all’autopsia, furono diagnosticate numerose fratture al capo.

Condannato in primo grado a dodici anni di reclusione per quella spinta mortale, Miccoli si appella ora ai giudici della Corte di Assise e di Appello. “L’ho spinta per allontanarla, non certo per ucciderla” ha detto, in sintesi, anche nel corso del dibattimento, il 55enne di Castellabate. I suoi difensori, Vincenzo Morriello e Leopoldo Catena , hanno depositato in questi giorni il ricorso ed ora si attende che la Corte fissi la data dell’udienza.

I fatti risalgono esattamente alla tarda mattinata del 20 maggio 2015 quando la coppia ebbe un violento litigio all’interno della propria abitazione in località San Pietro di Castellabate. La vittima venne ricoverata in gravissime condizioni di salute nell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, poi trasferita in una clinica di Telese Terme. In un primo momento si pensò a un tragico incidente domestico; poi la procura di Vallo della Lucania decise di vederci chiaro e dispose l’autopsia per accertare la causa della morte. Il medico legale diagnosticò numerose fratture e botte al capo con lesioni gravissime alla testa che sono poi risultate fatali. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, l’uomo nell’ultima lite con la moglie le aveva più volte sbattuto la testa contro “una parete liscia” causandogli un’ emorragia cerebrale.  E’ morta letteralmente ammazzata di botte e il decesso avvenne il 29 dicembre proprio a Telese Terme, dopo sette mesi di ricovero tra ospedali e centri di riabilitazione neurologica.