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Benevento – Alcol venduto ai minori, gang di ragazzini che seminano il panico tra i propri coetanei, risse. E’ uno spaccato di ciò che accade nei fine settimana a Benevento, zona centro storico. Una situazione che preoccupa e non poco i genitori dei tanti giovani che nel weekend affollano le principali vie del capoluogo e che rischia di compromettere la tenuta di un settore, quello del free time, che rappresenta una risorsa per la città, anche dal punto di vista occupazionale.

Sarebbe sbagliato fare di tutta l’erba un fascio. Non è la movida che bisogna colpire ma chi trasgredisce, alle leggi dello Stato e a a quelle del buon senso. Anterpima24 nei giorni scorsi vi ha dato notizia di diversi episodi spiacevoli accaduti tra sabato e domenica. Tanti i feedback raccolti. Unanime il coro: “Bisogna fare qualcosa”.

Richiesta condivisibile. Così come appare legittimo chiedere conto di ciò che è stato già fatto. Perché una prima risposta, evidentemente insufficiente, pure di recente era arrivata.

Nel luglio scorso, il dirigente del settore Polizia Municipale firmava una determina “ad hoc”. A muovere l’iniziativa di Gennaro Santamaria, “l’incidenza negativa sul livello di sicurezza pubblica ed urbana” della partecipazione dei giovani (soprattutto) alla “movida notturna”. Situazione ancor più intollerabile, si scriveva, “perché oggetto di continue discussioni e lamentele degli abitanti della zona, compresi i rappresentanti dei comitati di quartiere che hanno in più occasioni sollecitato la necessità di ampliare i controlli specialmente nelle ore notturne da parte della Polizia Municipale”.

Da qui lo stanziamento di 45mila euro per un progetto di potenziamento dei servizi di controllo della sicurezza urbana e della sicurezza stradale. Fondi utili per la movida e per altro tipo di manifestazioni (sportive, culturali… ).

Quarantacinquemila euro per sei mesi di tranquillità nei weekend, visto che il progetto comprende il periodo di tempo giugno-dicembre 2019.

Alzi la mano, a questo punto, chi ha notato dei miglioramenti, dei passi in avanti. La risposta la immaginiamo. E allora l’ulteriore domanda, alla Lubrano, nasce spontanea: come sono stati utilizzati questi 45mila euro?