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Napoli – E’ la favola di ogni bambino che inizia a prendere a calci un pallone e lo è ancora di più per tutti quelli che hanno avuto delle pietre o degli zaini a fare da pali di porte immaginarie. Per tutti questi calciatori il sogno era di diventare qualcuno e non sempre ci si riusciva. Per la maggior parte, però, bastava semplicemente indossare i panni del proprio idolo e Maradona era il più gettonato, ovviamente. Un colpo al cuore la morte del Pibe de Oro, una corsa al ricordo e alla manifestazione d’affetto costante. La grata antistante il San Paolo è un museo a cielo aperto con tantissime sciarpe azzurre. Ma colpisce anche la presenza di un vessillo che non ha nulla a che fare col professionismo ma incarna quel mondo di zero lustrini e tantissima polvere: il mondo dei dilettanti.

In tutto quel mare azzurro appare, in prima fila, la sciarpa del Gianni Loia, formazione del calcio di provincia, rappresentazione di una realtà, quella di Tocco Caudio, che è da sempre feudo di tifosi del Napoli. Basti pensare che l’idolo del ragazzo a cui è stata intitolata la squadra era proprio l’asso argentino e non poteva non tifare per gli azzurri. I più appassionati non potevano non manifestare il proprio dolore attraverso un gesto così semplice ma dall’impatto immenso.

Un messaggio deciso per rivendicare uno spazio in mezzo a quel mare: la morte di Diego tocca tutte le categorie, senza distinzione, e arriva lì dove la parabola della mano de Dios ha avuto inizio, il campo polveroso di provincia.