- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Benevento – “Tornare allo spirito del dopoguerra. In quell’epoca, sotto le macerie, c’è stata la forza di ripartire. La scossa deve arrivare dai giovani”. Roberto Napoletano, ex direttore del «Messaggero», prima, e  del «Sole 24 Ore» poi, ha lanciato questo messaggio ai cittadini del Mezzogiorno presentando il suo volume “Il cigno nero e il cavaliere bianco” (La Nave di Teseo) nel pomeriggio a Palazzo Paolo V nel corso di una conversazione con il sindaco Clemente Mastella.

Il saggio costituisce una corposa rilettura della grande crisi del nostro Paese, il cui titolo dice molto dell’intensità con la quale il giornalista ha vissuto gli eventi. L’autore ha rimarcato come ci sia stata una grande debolezza strutturale italiana che è esplosa nel corso della tristemente nota “crisi dello spread”, quando il default del Paese sembrava davvero dietro l’angolo in stile Grecia. Sembra un secolo fa, ma è appena ieri l’altro, più precisamente otto anni or sono circa. Tutti ricordano la crisi del Governo presieduto da Berlusconi e il pilotato da Giorgio Napolitano, presidente della repubblica, traghettamento al Gabinetto presieduto dall’economista Mario Monti, nel frattempo nominato senatore a vita dallo stesso Monti. 
 
Il giornalista ha aggiunto: “in una prima fase, Mario Monti ha salvato l’Italia dal baratro.La riforma sulle pensioni era inevitabile come la riforma sul lavoro. Questo Paese è uscito, grazie anche a quelle misure, dalla grande crisi, ma commetterebbe un grave errore se si pensa che lo è per sempre. Esiste un sistema di grande diseguaglianza, manca il lavoro qualificato” .
“Il Cigno nero” è un riferimento a quello della profezia di Nassim Nicholas Taleb, il trader, matematico e scrittore di origini libanesi che aveva avvertito come l’impensabile sui mercati finanziari e nel tessuto produttivo possa invece sempre accadere: “è successo a Wall Street nel 2008 e in Italia dal 2010, lasciando al passaggio il bilancio economico di un conflitto”. Il Cavaliere bianco è invece in primo luogo una persona, Mario Draghi, il massimo dirigente della Banca europea, ma più nel complesso indica lo sforzo di molti in Italia per leggere gli eventi come una crisi del sistema-euro,  non solo del debito di questo o quel Paese,– e dare così una risposta adeguata. 
 
Poi la svolta di Draghi alla guida della Banca Centrale Europea che nel luglio 2012 annuncia: “proteggeremo l’euro, a qualunque costo”, e da quell’annuncio è partita l’operazione di finanziamento forzato del debito pubblico di molti Pesi, tra i quali l’Italia, con l’immissione di enormi quantità di liquidità nel sistema economico che serviva finanziare il debito pubblico.
L’autore, intervistato dal sindaco Mastella, ha ripercorso i motivi che lo hanno portato a scrivere il volume e ha voluto rimarcare come sia nata questa inchiesta che si fonda su una serie di rapporti e di conversazioni con il Ministro Padoan e i  presidenti del Consiglio dell’epoca. In realtà ha detto Napoletano “non ho puntato su un saggio classico; ho raccontato gli eventi attraverso gli uomini e le esperienze”.
 
Napoletano ha rimarcato: “il cigno nero italiano è stato un evento raro che ha prodotto gravi danni.  Si è palesato il 9 novembre 2011 con uno spread arrivato a 575 punti, cioè con un esponenziale del nostro debito rispetto alla Germania giunto esattamente al limite del baratro. Ricordo che quella mattina chiamai il direttore della Banca d’Italia, Visco, per cercare di capire cosa stesse accadendo”. Poi ha aggiunto: “i mercati internazionali  avevano scommesso sul default d’Italia”
Una situazione di pre-crisi, di dimensioni epocali, ha poi proseguito l’autore, risolta da Draghi: “l’atto risolutore della crisi lo ha scritto lui. Per l’Italia è un motivo di orgoglio. Una persona giusta al posto giusto”.    
 
Mastella ha  rimarcato come Mario Draghi sia intervenuto in maniera intelligente sul difficile processo  economico: “i suoi interventi  si sono rilevati giusti. La crisi  partita come finanziaria si è poi trasformata in una crisi sociale” . Per  il primo cittadino l’economia sannita gode di buona salute: “il Pil in città e in Provincia  è aumentato nonostante noi paghiamo lo scotto e paghiamo ancora i danni dell’alluvione. Una situazione che ha ha colpito  tutti in maniera feroce. Poi grazie alla tenacia dei cittadini l’abbiamo quasi superata”.