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“Napoli nel cuore” è il titolo della serata vissuta ieri al circolo “La Fagianella” che ha estasiato il numeroso pubblico presente. Dinanzi a una platea gremita come non mai, le voci di Maria Rosaria Minicozzi, Sofia Striani e Davide Piscitelli, accompagnate dai musicisti Sergio Prozzo (mandolino), Carmine Facchiano (voce e chitarra) e Antonio Benvenuto (pianoforte) hanno intonato i 14 brani inseriti nel programma.
La serata è stata condotta molto bene da Francesco Morante, presidente dall’Archeoclub di Benevento, il quale ha proiettato delle slide a tema e commentato i vari brani prima della esecuzione degli stessi.
Dopo il saluto di prassi del presidente del Circolo Biagio Prisco, è intervenuto S.E. Mons. Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento, ospite per certi versi inatteso, poiché impegnato nell’organizzazione, nei prossimi giorni presso il centro “La Pace”, nel consueto convegno sulle aree interne. Accrocca ha detto di nutrire un forte amore per la canzone classica napoletana.
La serata ha avuto inizio con l’esecuzione dei brani “Ddoje stelle so’ cadute”, “I’ te vurria vasà”, “Resta cu’mme” e “Canzone appassiunata”, ai quali sono succedute le interpretazioni di “Torna a Surriento”, “Spingole frangese”, “Era de maggio” e “Serenata napulitana”.
Durante l’esecuzione delle singole canzoni, le ballerine Rossana Bianco, Elisa De Ioanni, Raffaella Pescatore e Gaia Russo della scuola di danza classica e moderna “Flash Dance School” di Veronica De Blasio, hanno inscenato scenografie di danza visiva che si sono integrate perfettamente con l’atmosfera trasmessa dai brani.
Sono seguite poi le interpretazioni di “Dduje Paravise”, “Te voglio bene assaje”, “Voce ‘e notte”, “La pansè”, per finire con “’O surdate ‘nnammurate” e “Simme ‘e Napule paisà”.
Napoli è l’unica grande città al mondo a cui è legato un genere musicale, che è appunto la musica napoletana. Un genere musicale riconosciuto e cantato in tutto il mondo; baritoni e soprani da ogni angolo del globo includono nella loro formazione e nelle loro esibizioni più importanti le canzoni napoletane. Ma perché la canzone napoletana ha avuto – e continua ad avere – così tanto successo? La canzone napoletana classica nasce all’inizio dell’Ottocento, sui brani di cantanti e parolieri per lo più napoletani ma anche con i preziosi apporti di illustri cantanti lirici del tempo. Per l’esattezza, molte fonti attestano che sia il 1839 l’anno di nascita della canzone napoletana. Non è che precedentemente Napoli non avesse una cultura musicale affermata, tutt’altro, la musica nel folklore napoletano è sempre stata molto praticata e ha permesso il fiorire di numerosi brani popolari, ma si tratta di opere musicali e canzoni differenti. La musica popolare antecedente l’Ottocento ancora non presenta quella struttura lirica tipica di ciò che viene intesa come la canzone napoletana classica. Il 7 settembre del 1839 viene presentata per la prima volta la canzone “Te voglio bene assaje” alla Festa di Piedigrotta. Il testo del brano è scritto da Raffaele Sacco e Filippo Campanella ne crea la musica. La canzone riscuote un successo clamoroso, si vendono 180.000 copielle, ovvero fogli con scritto il testo della canzone, attirando l’attenzione di molti editori.
Il direttore artistico del Concerto, coadiuvato nel ruolo da Maria Rosaria Minicozzi, ha così commentato la serata: “E’ andata al di là di ogni ragionevole aspettativa: alla chiamata hanno risposto in tantissimi e la soddisfazione più grande è stata quella di aver avuto come ospite d’onore S.E. l’arcivescovo Felice Accrocca. I ringraziamenti vanno a tutti coloro che sono intervenuti, e quindi al presidente de La Fagianella Biagio Prisco, al generale Antonio Perrone, al colonnello Elio Adamo, all’ex-comandante della polizia municipale Fioravante Bosco, alla direttrice della scuola di ballo Veronica Di Blasio, che hanno arricchito con la loro presenza la serata di musica napoletana”.