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Benevento – Il maestro abbandona per un attimo l’orchestra e si rivolge al pubblico. Muove le mani dal basso verso l’alto, invita i presenti ad accompagnare la musica con gli applausi. Sulle gradinate persone di tutte le età. Bambini, mamme, papà, nonni, nessuno di loro ha il volto annoiato. Alcuni sorridono, interdetti come sono da tanto eclettismo. Non è una scena usuale ma piace, piace tantissimo.

Nella notte del Teatro Romano riecheggiano le note immortali dei Queen per un omaggio sui generis. L’Orchestra Filarmonica di Benevento ha deciso di inserire “Bohemian Fantasy” nel programma della sua stagione concertistica, una scelta perfetta. Guidata dal maestro Giuseppe Lanzetta, l’Ofb ha fatto il pieno di entusiasmo ancora una volta chiudendo il primo ciclo di appuntamenti dell’estate. Dopo l’omaggio a Beethoven e il doppio appuntamento settimanale con Luca Aquino e Paolo Fresu, è arrivato un altro riconoscimento per il lavoro e l’organizzazione inappuntabili di quella che è ormai un’istituzione per Benevento e la Campania.

Emozionante l’esecuzione dei migliori brani della band britannica, da Somebody to Love a We Will Rock You, passando per We are the champions, Don’t stop me now, Who wants to live forever e tanti altri, fino ad arrivare a Bohemian Rapsody, il cui arrangiamento è stato accompagnato da uno spettacolare gioco di luci che ha accarezzato il teatro.

Il sud è una terra arida per la musica”, ha detto con una punta di amarezza Lanzetta, originario della vicina Montecorvino Rovella. Fondatore nonché direttore dell’Orchestra da Camera Fiorentina, il maestro ha reso onore al sacrificio dei giovani presenti sul palco:  “So quanto sia difficile esprimersi dalle nostre parti, per questo dico che l’Orchestra Filarmonica di Benevento è un patrimonio rarissimo che va coccolato e tutelato”. Parole seguite da un lungo e sentito applauso.

A sublimare il successo di una serata che resterà a lungo nella memoria dei presenti è stato il contributo di Giuseppe Andaloro, pianista solista e arrangiatore palermitano che tra le note rock è riuscito a ritagliarsi uno spazio per rendere omaggio al grande compositore Ennio Morricone, eseguendo parte della colonna sonora di “Nuovo Cinema Paradiso”. Poi la chiusura tradotta nel bis di Bohemian Rapsody, con quel “Mama…” introduttivo che nessuno ha potuto fare a meno di cantare.

Linguaggio universale, dicono, quello della musica. Ed eterno, perché riesce a donare l’illusione di presenze improbabili. Come quella di Freddie Mercury, che a un tratto è salito sul palco stringendo il pugno, ha fatto un inchino ed è andato via. Sì, credeteci, è andata proprio così.