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Benevento – Prima udienza del processo per l’omicidio Matarazzo, a carico di Giuseppe Massaro, 56enne di Sant’Agata de’ Goti e Generoso Nasta, 31enne di San Felice a Cancello. Parliamo dei due uomini arrestati il 28 dicembre dello scorso anno, nell’ambito dell’inchiesta del Pm Francesco Sansobrino, perché accusati dell’omicidio in concorso del 45enne pastore di Frasso Telesino, Giuseppe Matarazzo, avvenuto il 19 luglio del 2018 dinanzi alla sua abitazione di Contrada Selva.

L’uomo venne freddato con 5 colpi di 3,57 magnum e secondo la Procura, i killer fuggirono a bordo di un’auto scura dopo essersi appostati nei pressi dell’abitazione del Matarazzo: qui con una scusa avevano ottenuto l’attenzione del pastore per poi spararlo. Le indagini si dipanano anche anche su Lucio Iorillo, padre della 15enne vittima della violenza sessuale per cui il Materazzo aveva appena finito di scontare una condanna a 11 anni, per poi essere ucciso davanti casa. Iorillo, dichiaratosi estraneo ai fatti, ad agosto 2018 venne fermato perché ritenuto responsabile di alterazione e detenzione di armi clandestine e attenzionato, circostanza ancora tutta da definire e confermare, come possibile mandante dell’omicidio.

Stamane in aula, dove era presente Nasta, il Pm Sansobrino ha chiesto alla corte d’assise, presenziata dal giudice Simonetta Rotili, l’acquisizione dei documenti di prova tra cui l’utilizzazione delle intercettazioni. Circostanza contestata dalla difesa di Nasta (Orlando Sgambati e Claudio Sgambato) e Massaro (Angelo Leone e Mario Palmieri) perché considerate illegittime dato l’utilizzo di un captatore informatico trojan. Un’apparecchio invasivo che per le difese non si sarebbe dovuto utilizzare perché secondo giurisprudenza: “utilizzabile solo per reati di mafia e che comunque entrerebbe in vigore il 1 gennaio 2020”. Circostanza che quindi escluderebbe le intercettazioni dal dibattimento. 
Circostanza contrastata dal PM che ha ribattutto alle eccezioni preliminari sottolineando che “quel trojan è una intercettazione ambientale ed è strumento già recepito nei principi presenti nel nostro sistema. Perché non avete presentato questi eccezioni al Riesame o in Cassazione?” Ammessi come parte civili i familiari di Matarazzo, rappresentati dagli avvocati Antonio Leone e Tullio Tartaglia. Intanto la decisione sull’utilizzabilità ora spetta al Tribunale.  Si torna in aula il 7 novembre.

Ricordiamo, infine, che il giorno dell’arresto il procuratore Policastro specificó: “E’ stato un omicidio su commissione di uno o più mandanti che non avevano nessun rapporto  o relazione con la vittima. In uno Stato di diritto nessuno può farsi giustizia da sé. Comprendo il dolore, ma ordinare attentati di questo tipo per rispondere non è ammissibile“.