- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Frasso Telesino (Bn) – “Tutta la comunità frassese si è stretta attorno alla mia famiglia. Non è stato facile accettare tutto questo negli ultimi 10 anni”. Sono parole forti quelle pronunciate da Teresa Matarazzo in diretta dalla cittadina di Frasso Telesino, nel corso di “Storiacce i racconti“, trasmissione di Radio24, condotta da Raffaella Calandra. Durante la puntata andata in onda questa sera è stato affrontato il fatto di cronaca che ha profondamente scosso l’opinione pubblica sannita: l’omicidio di Giuseppe Matarazzo.

Una vera e propria esecuzione quella consumatasi a Frasso Telesino, nella serata del 19 luglio scorso: l’ex pastore 45enne Giuseppe Matarazzo fu freddato da un commando composto, a quanto si sa, da due persone arrivate nei pressi di casa sua su una macchina nera. A destare particolare impressione due circostanze: la prima è che la vittima era uscita dal carcere da appena un mese avendo scontato una condanna a 10 anni per pedofilia, in quanto ritenuta colpevole di aver abusato di una minore, sua concittadina; la seconda è che la vittima dell’abuso sessuale, qualche tempo dopo la violenza subita, si era tolta la vita non essendo riuscita a superare il trauma e la vergogna. Una vendetta, dunque, quella consumatasi una sera di piena estate, per un crimine odioso che suscita orrore e sconcerto. 

Storiacce e i racconti” ha ricostruito le fasi dell’indagine, tutt’ora in corso, sull’omicidio di Matarazzo e ha dato spazio all’appassionata difesa della sorella dell’ex pastore, Teresa, una donna ferma nel ribadire la sua convinzione dell’assoluta estraneità di Giuseppe all’abuso sessuale per il quale invece la Magistratura lo aveva condannato.

Teresa ha dichiarato: “Giuseppe era voluto bene da tutti. Appena uscito dal carcere volle andare da un nuovo avvocato per chiedere giustizia per sè stesso e poi per la ragazza vittima dell’abuso e che si era suicidata. Poi sarebbe partito per la Germania per rifarsi una vita. Voleva una vita nuova. Giuseppe era innocente. Ha passato 9 anni e 6 mesi in carcere; poi è uscito per buona condotta, ma non si è mai dato pace per questa vicenda. Il mio impegno da ora in poi è quello di dare pace a mio fratello”.

La donna è convinta che la vicenda che ha coinvolto suo fratello sia dovuto a un episodio di “Malagiustizia” culminata nella condanna del 2009: pochi giorni dopo l’esecuzione del fratello, Teresa aveva fatto affiggere per le strade di Frasso Telesino un polemico manifesto dal titolo un hastag: “#IostoconGiuseppe“.

Poi l’accusa: “Condannato anche se il DNA non corrispondeva”. Teresa ha parlato oggi per la prima volta in pubblico, ha detto ai microfoni di Radio24: “Ci sono stati errori giudiziari in questi anni. Me l’hanno ucciso due volte. Giuseppe lottava per una revisione del processo. Voleva solo giustizia. Io sono sicura che Giuseppe non aveva mai avuto rapporti con quella ragazza”.