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Diventa definitiva la condanna per l’omicidio di Nicola Zeppetelli. La Corte di Cassazione ha confermato le sentenze nei confronti di Alessio Maglione, 32 anni, e Giuseppe Moscatiello, 24 anni, entrambi di Cervinara, rigettando i ricorsi presentati dalle difese. Diciotto anni per Maglione e undici anni per Moscatiello. A breve, i due imputati verranno tradotti in carcere per scontare la pena definitiva.

La Suprema Corte ha accolto in toto la linea delle parti civili, rappresentate dagli avvocati Vittorio Fucci (per madre, padre e fratello di Zeppetelli), Rolando Iorio (per un altro fratello) e Marianna Febbraio (per la moglie e la figlia della vittima), confermando le decisioni già emesse nei precedenti gradi di giudizio.

Un epilogo che arriva al termine di un lungo iter giudiziario, durante il quale le accuse contro Maglione e Moscatiello sono state ribadite e rafforzate, nonostante i tentativi delle difese – Dario Vannetiello e Luigi Petrillo per Moscatiello, Giulia Cavaiuolo e Pasquale Napolitano per Maglione – che avevano chiesto l’annullamento delle condanne. Anche la stessa Procura Generale si era espressa per la revisione del verdetto.

Già in appello, il procedimento era stato caratterizzato da una lunga e accesa arringa dell’avvocato Vittorio Fucci, in rappresentanza della maggior parte dei familiari della vittima. Le sue argomentazioni hanno avuto peso anche nel giudizio di legittimità, contribuendo alla conferma definitiva delle responsabilità.

Con la sentenza della Cassazione, cala il sipario giudiziario su uno degli omicidi più sconvolgenti degli ultimi anni nell’area caudina. La famiglia Zeppetelli, assistita da tre diversi legali, ha ottenuto giustizia: Maglione e Moscatiello, ritenuti colpevoli dell’assassinio, saranno ora reclusi definitivamente.