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Benevento – È iniziato il processo per la morte di un operaio, avvenuta nel febbraio del 2020, in un cantiere all’interno della stazione ferroviaria centrale di Benevento. 

Questa mattina presso il Tribunale di Benevento, dinanzi al giudice Palmieri si è tenuta l’udienza preliminare per le sei persone imputate, a vario titolo, per il decesso di Tommaso De Luca, operaio di 58 anni di Casoria (Napoli) che la mattina del 3 febbraio 2020 perse la vita dopo essere caduto da una impalcatura, alta quattro metri, allestita nel cantiere. Una tragedia aggravata dal fatto di essere accaduta in un contesto “pubblico”, un cantiere di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), che vede anche un proprio funzionario tra i sei imputati, tutti accusati del reato omicidio colposo in concorso, aggravato dal fatto di essere stato commesso con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro.

Nei guai finirono il datore di lavoro, Emilio Russo, 64 anni, di Villaricca (avvocato Giuliano Antonio Russo); un dipendente dell’impresa, Pasquale Moccia, 58 anni di Cardito (avvocato Giuliano Russo); Marco Cerullo, 60 anni, di Latina, funzionario di Rfi (avvocato Carrara); Luigi Tamantini, 45 anni, di Casoria, libero professionista; Vincenzo Tucci, 55 anni, di Casoria (avvocato Angelo Leone) e Mario Filosa, 70 anni, di Itri.

La famiglia della vittima è difesa da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata  nel ristoro dei danni e nella tutela dei diritti dei cittadini in queste specifiche circostanze, in collaborazione con l’avvocato Aldo Maria Fornari.

All’esito dell’udienza il GUP, dopo che i difensori degli imputati hanno chiesto il rinvio per l’imminente entrata in vigore della nuova ‘riforma Cartabia’, e quindi per il probabile cambiamento delle regole del ‘non luogo a procedere’, ha accolto le richieste della difesa.

Il Gup, dopo aver ammesso le costituzioni di parte civile (familiari della vittima, Cgil Campania e Anmil), ha autorizzato la chiamata dei responsabili civili, delle quattro società compresa Rfi, quindi anche Centro Meridionale Costruzioni srl, Macfer srl mandante del Rti ed esecutrice dei lavori, poi subappaltati alla R.e.m..
Fissata per il 3 aprile 2023 la prossima udienza.

L’inchiesta

De Luca, di Casoria, dipendente dell’impresa edile R.e.m. Srl di Benevento, la mattina del 3 febbraio 2020 era impegnato con dei colleghi in un cantiere nella stazione di Benevento per realizzare un fabbricato destinato ad “Apparato computerizzato centrale”, quand’è precipitato dal solaio dell’edificio in costrizione da un’altezza di 3,73 metri: caduta che non gli ha lasciato scampo, è deceduto sul colpo. Il Pubblico Ministero della Procura beneventana, dott.ssa Maria Colucci, aprì un procedimento penale, prima contro ignoti e poi spiccando i sei avvisi di garanzia.

Al datore di lavoro, Emilio Russo, 64 anni, di Villaricca, legale rappresentate della R.e.m., si imputa di aver omesso di dotare il fabbricato, e in particolare il costruendo solaio di piano, su tutti i lati verso il vuoto, di normali e robusti parapetti e cioè di protezioni contro le cadute dall’alto, alte almeno un metro; di dotare i lavoratori che eseguivano lavori in quota di dispositivi e imbracature di sicurezza e di allestire linee vita da collegarsi alle stesse; di impiegare sistemi di accesso e posizionamento mediante funi alle quali il lavoratore fosse direttamente sostenuto; di fornire agli addetti necessari e idonei dispositivi di protezione individuale e dunque casco protettivo e imbracature di sicurezza; di non aver tenuto conto, nell’affidare i compiti ai dipendenti, delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e sicurezza. Secondo la difesa  De Luca eseguiva lavori in quota pur avendo una limitazione sul giudizio d’idoneità fisica alla mansione a non eseguire lavori in altezza da parte del medico dell’azienda.

Oltre a Russo, è stato chiesto il rinvio a giudizio anche per un altro dipendente dell’impresa, Pasquale Moccia, 58 anni di Cardito, per non aver vigilato, nella sua funzione di “preposto” sull’osservanza degli obblighi di legge nel cantiere e non aver segnalato al titolare queste gravi lacune. Responsabilità altrettanto gravi sono state riscontrate ai “livelli superiori” sul piano del doveroso controllo e verifica dell’applicazione del piano generale di sicurezza e coordinamento e relative procedure, della congruità del piano di sicurezza dell’impresa esecutrice, della realizzazione delle protezioni collettive come i parapetti o della consegna ai dipendenti dei dispositivi di protezione individuale, dai caschi alle imbracature.

È stato quindi chiesto il processo anche per Marco Cerullo, 60 anni, di Latina, funzionario di Rfi, quale responsabile del procedimento e dei lavori in questione, e, a scalare, per Luigi Tamantini, 45 anni, di Casoria, libero professionista incaricato da Rfi nella sua qualità di coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione; per Vincenzo Tucci, 55 anni, di Casoria, come legale rappresentante della società “Centro Meridionale Costruzioni srl” affidataria nonché mandataria e firmataria dell’accordo quadro di appalto tra Rfi e il Rti, il Raggruppamento Temporaneo di Imprese che se l’era aggiudicato; infine per Mario Filosa, 70 annidi Itri, quale legale rappresentante della Macfer srl mandante del Rti ed esecutrice dei lavori, poi subappaltati alla R.e.m.