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Sulla vicenda della riapertura dell’ospedale di Cerreto Sannita, riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Angela Abbamondi, capogruppo in Consiglio di “Telese Riparte”.

“Dopo quanto registrato presso la Clinica Gepos, tanti ancora sono gli interrogativi.

A chi si chiede perché si è preferita la sanità privata a discapito di quella pubblica che avrebbe consentito anche un notevole risparmio di denaro, diciamo che basta leggere l’Accordo che la Regione Campania ha stipulato con l’AIOP, che garantisce alle strutture private il 95% del budget previsto per ogni casa di cura “a prescindere dal valore reale della produzione”, ossia indipendentemente dalle prestazioni eseguite.

Tale situazione ripropone con forza il dibattito circa la riapertura del nosocomio di Cerreto Sannita, di quello di S. Bartolomeo in Galdo e l’implementazione di S. Agata dei Goti.

È di poche ora fa la notizia che anche il Vescovo di Cerreto. S.E. Battaglia si sia espresso in modo deciso sulla riapertura del nosocomio cerretese al 100%.

In tutto questo, il silenzio di chi ci rappresenta a livello sia regionale che locale è assordante. Mi chiedo, infatti, dove sia in questo momento il Consigliere regionale Mino Mortaruolo che, in tempi non sospetti, aveva annunciato di essere “a stretto contatto con la A.S.L. per la riapertura del nosocomio come Ospedale di Comunità”. Lo stesso dicasi per il Sindaco di Telese, Carofano che esprimendo inizialmente il suo favore al progetto, evidentemente si è perso nell’immobilismo, marchio di fabbrica della sua Amministrazione. Ed allora il sospetto sorge spontaneo, ossia che entrambi siano appiattiti sulle tesi di De Luca.

La riapertura del nosocomio come Ospedale di comunità non basta perché non essendo un vero ospedale ma poco più di una Guardia medica, non risolve i problemi.  Certo, meglio di nulla ma ciò non è utile a far fronte a reali emergenze come quella attuale.

Per quanto mi riguarda, ribadisco l’assoluta disponibilità a fare la mia parte con chi di competenza e nelle sedi istituzionali deputate, appoggiando in toto le tesi e le conseguenti azioni dell’Avvocato Fucci, già Assessore regionale. 

È inaccettabile una spesa di 120 M€ per attrezzare Ospedali da campo nelle province di Napoli, Salerno e Caserta quando tali somme potevano essere destinate all’implementazione di nuovi posti letto in terapia intensiva.

Risulta dunque urgente sollecitare una revisione del Piano ospedaliero della Campania, per le emergenze presenti e future, richiesto anche attraverso una petizione popolare, al fine di consentire la riapertura di una struttura, quella cerretese completamente ristrutturata, adeguata agli standard più avanzati, dotata di nuove sale operatorie, di terapia intensiva in caso di recrudescenza del virus.

Ed in questo senso sembra andare anche l’intervento del Presidente della Provincia, De Maria, il quale ha chiesto il 30 marzo scorso ai consiglieri di approvare un documento per far sì che l’ospedale di Cerreto, San Bartolomeo e Sant’Agata siano destinati all’accoglienza dei positivi al Covid 19, cogliendo le opportunità che si sono presentate, anche di natura finanziaria, con il decreto legge 17 marzo 2020 n. 18 art. 4 che detta norme per potenziare in via d’urgenza il Sistema Sanitario Nazionale e Regionale . L’iter procedurale è stato completato ed il tutto inviato alla Regione

In definitiva, c’è bisogno che il Sannio non resti isolato a fare i conti con problemi atavici come la mancanza di infrastrutture in questo momento di crisi generalizzata. È necessario scongiurare l’attivazione di un nuovo focolaio di contagio, visto che, grazie al comportamento lodevole dei cittadini, la nostra provincia e Telese in particolare, hanno registrato il minor numero di contagi. Con la riapertura degli ospedali in parola, avremmo la forza e la capacità di essere maggiormente pronti ed offrire un servizio ulteriore alla comunità, utile ed efficace.

Chiediamo dunque a tutti, dai politici, alla società civile di sostenere questa battaglia che gioverebbe all’intera comunità, locale e non solo.

A tal proposito, sarebbe opportuno che in tempi brevissimi tutti i Comuni favorevoli adottassero un formale atto deliberativo volto a sostenere la richiesta presso la Regione, dando ancora più forza all’azione messa in campo dalla Provincia. In definitiva, si intervenga subito senza perdere altro tempo prezioso”.