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 “Lui ancora non è in grado di elaborare la gravità di quello che ha commesso. Non ha una stabilità psichica. Non fa domande e ha lo sguardo fisso nel vuoto”. È quanto ha riferito l’avvocato Giovanni Santoro, stamattina all’uscita del carcere di Campobasso, dopo aver incontrato il suo assistito, Salvatore Ocone, l’uomo accusato della strage in famiglia di Paupisi, in provincia di Benevento.

“Ho riferito io a lui – ha raccontato il legaledel miglioramento delle condizioni della figlia e lui a quel punto ha pianto dicendo che era contento, però subito dopo sembrava fosse tornato in un atteggiamento imperscrutabile”.

L’avvocato in merito alle ore della fuga dalla Campania in Molise dice che Ocone “non si è nemmeno reso conto che un figlio era morto e che la figlia era viva” e aggiunge che “si trova in uno stato confusionale, ha una condizione patologica caratterizzata da vuoti di memoria già preesistente, quindi spesso alcuni eventi li ha completamente dimenticati in virtù di questa patologia della quale soffre”.

“Ci sono profili patologici di natura psichiatrica che devono assolutamente essere approfonditi – ha concluso il legale – e soprattutto bisogna valutare se abbiano avuto una influenza particolare sulla capacità al momento della commissione dei reati”.