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Cautano (Bn) – Ci passano accanto ogni giorno ormai, dopo essere stati trasportati per mare su barconi, in fuga dalla guerra e dalla miseria. Arrivano dall’Africa, da quelle zone calde del mondo in cui la vita ha lo stesso prezzo di un viaggio in gommone. Sono i migranti dei centri di accoglienza, quelli che hanno attraversato km di mare in cerca di un futuro. Quasi tutti partono credendo di stare via uno o due anni, e poi diventa sempre più difficile tornare indietro. Padri allontanati dai loro figli per colpa della politica, madri costrette dal bisogno di un lavoro a lasciare le loro famiglie, figli cresciuti da soli aspettando il ritorno dei propri cari.

Come dice un proverbio africano: “Per partire ci vuole coraggio, per tornare ci vuole speranza”. Lo stesso coraggio è quello che ha trovato Muhamend Lamin Dampha, un giovane 29enne del Gambia che ha ottenuto “rifugio” a Cautano nel centro ‘Damasco‘. In Italia era arrivato quattro anni fa come richiedente asilo, era un ragazzetto con il sogno gigante di conquistare il mondo. Pensava di avere maggiori opportunità nel nostro Paese, e quando è scappato dalla sua terra non poteva portare con se i suoi figli, non aveva abbastanza soldi per il viaggio e non sapeva nemmeno se sarebbe sopravvissuto al mare. Adesso, gli mancano i suoi cari e vorrebbe tornare indietro, per riabbracciarli, e come la maggior parte dei profughi è combattuto tra il desiderio di tornare e la volontà di rimanere. Parlando con i migranti è difficile trovare qualcuno che dica “voglio tornare a casa”, Lamin lo ha fatto, esprimendo questo desiderio: “Riabbracciare la mia famiglia, i miei figli”. Il ragazzo, nel piccolo paese sannita, non ha più possibilità di vivere dignitosamente e ha nostalgia di Jainaba e Bakary, i suoi due bambini che non vede da quattro anni. 

La prospettiva di tornare a casa, offerta dai progetti di rimpatrio assistito, rappresenta l’unica alternativa, e lui cerca aiuto. Qualsiasi forma di supporto può essere utile per permettergli di realizzare questo suo desiderio, intanto chi ha idee ci può scrivere al nostro indirizzo email [email protected]. Il ritorno a casa di Lamin dipende (anche) da noi. Aiutiamolo.