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Benevento – Luglio è il mese in cui oltre 3 milioni e mezzo di pensionati, con una indennità sotto i mille euro, riceveranno, per la prima volta, la quattordicesima, mentre il Reddito di Inclusione (REI) diventa una misura universale contro l’indigenza sociale.

Il primo di luglio sono scattate due misure connesse a quell’idea di welfare state cui la sinistra riformista occidentale, nelle sue varie accezioni, ha da sempre legato, con alterne vicende e fortune, la sua azione politica e di governo. Si tratta, in questo caso, di provvedimenti molto importanti, sebbene non ancora pienamente sufficienti, anzitutto perché in netta controtendenza rispetto al mainstream austero-egoista degli ultimi decenni.

In questi giorni, 3,5 milioni di pensionati percepiranno per la prima volta la 14esima mensilità. Ne ha diritto chi ha compiuto 64 anni e ha un reddito lordo mensile che non superi i 1.000 euro (13.049 annui). L’importo medio è di 500 euro, da un minimo di 336 euro fino a 655,20 euro, in conseguenza dei contributi versati. La Spi Cgil ha sottolineato come si tratti di uno «strumento importantissimo» che porta un po’ di risorse in più ai pensionati meno abbienti.

Il provvedimento nasce da un accordo tra sindacati e governo sottoscritto dal precedente Esecutivo, a guida PD, nel 2016. A beneficiare dell’assegno saranno più donne che uomini, visto che mediamente le prime hanno redditi da pensione più bassi a causa di carriere lavorative discontinue e frammentate. Le regioni dove arriverà il più alto numero di 14esime saranno la Lombardia (470mila), la Sicilia (327mila) e la Campania (313mila).

Luglio è anche il mese in cui il Reddito di Inclusione (REI), per effetto del venir meno dei precedenti vincoli di natura non economica all’accesso (avere in famiglia almeno un minore, un disabile, una donna in stato di gravidanza o un disoccupato over 55), diviene uno strumento di carattere universale, allargando considerevolmente la platea degli aventi diritto. Infatti, aspettando Godot (il Reddito di cittadinanza), il REI, già attivo dal 2017, ora interessa 2 milioni e mezzo di cittadini, ovvero oltre 700mila famiglie. Il connesso beneficio economico mensile può arrivare a 187,5 euro, per un single, e fino a 539,8 euro, per le famiglie. Tra i requisiti di accesso vi sono un ISEE non superiore a 6 mila euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, al massino di 20 mila euro. Con il Reddito di Inclusione si è intervenuti, per la prima volta nella storia d’Italia, in modo strutturale sull’indigenza sociale. Ad oggi, la misura copre solo il 50 % delle famiglie che l’ISTAT rileva e definisce in condizioni di povertà assoluta. Ai fini della copertura dell’intera platea delle famiglie bisognose, è necessario reperire altri 3 miliardi di euro. Il PD ha già depositato in tal senso una proposta di legge con le connesse coperture. L’augurio è che il Parlamento possa provvedervi nell’ambito della prossima legge finanziaria. Di questi tempi, si tratterebbe di una prova di responsabilità inedita per l’intera classe politica nazionale.