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Benevento – “Sono figli legittimi di questi vent’anni di classe dirigente italiana“. Questo la lapidaria definizione di Antonello Caporale dell’attuale classe dirigente italiana. L’opinionista de “il Fatto quotidiano”, parlando a Benevento in occasione della presentazione del suo ultimo libro “Salvini, il Ministro della paura“, non ha usato mezze misure per commentare la trave portante della conduzione politica del Paese, cioé la muscolare posizione che Salvini, Ministro dell’Interno, assume non solo sulle questioni di propria stretta competenza istituzionale, ma anche su tutte le altre tematiche principale che il Governo affronta. Salvini è il vero Presidente del Consiglio, ma gli strali di Caporale non risparmiano certo l’altro Vice Premier, Luigi Di Maio, leader dei grillini. “Schifo” è la stata la parola più gettonata nel corso dell’intervento di Caporale; ma “schifo” è la parola che Salvini usa più frequentemente nei suoi interventi di natura politica: e questa stessa parola “schifo” è grandemente apprezzata dal popolo italiano visto l’esito del voto ed il sempre crescente apprezzamento che nei sondaggi di opinione, che portano il leader leghista al 34%, registrano queste prese di posizione. Caporale ha poi dichiarato che il Ministro dell’interno ha legittimato la pratica dell’accusa estrema, senza prove, senza possibilità di replica ai danni dei suoi avversari politici. Salvini sfrutta la paura: la paura, scrive Caporale nel suo libro,  che fa milioni di followers su Facebook; la paura che pervade la nube di senso salviniana irradiandosi al suo interno ora silenziosamente ora con clamore. Matteo Salvini, continua Caporale, doma e alimenta la paura con la campagna elettorale permanente; ogni giorno accende nuovi timori nella pubblica opinione e cancella quelli appena passati. Il giornalista ha dialoga sul suo libro con Carmine Nardone, già deputato e Presidente della Provincia, e con Alfredo Nazzaro, che moderava l’incontro. In platea era presente l’ex capogruppo consiliare a Palazzo Mosti per il Movimento 5Stelle, Nicola Sguera, dimessosi dalla carica e dal Movimento proprio perché in contrasto con le posizioni di Salvini sulle migrazioni e all’indomani della formazione del Governo Salvini-Di Maio, da lui ritenuto un tradimento della posizione politica grillina. 

L’ex deputato Nardone ha dichiarato che Salvini è il capofila del giustizialismo in Italia, ma in maniera unilaterale: “quello che mi preoccupa è la scarsezza di reazione culturale che imperversa nella nostra società. Il pericolo vero è il fascismo digitale”. Nardone ha tuttavia dichiarato di non essere pregiudizialmente contrario al reddito di cittadinanza, ma alle misure che in questa direzione sono state adottate dal Governo gialloverde: “occorre una politica di sostenibilità“.

Caporale ha dal canto suo dichiarato di aver voluto dedicare il proprio libro a Salvini, perché lo seguiva da tempo. “Salvini ha talento e scaltrezza e adesso domina l’Italia“. Il giornalista si è poi scagliato contro il Pd nazionale: “Salvini è un figlio del Partito democratico che ha saputo perdere il senno negli anni di Governo: il Pd si dichiarava partito di sinistra ed in Italia ogni giorno aumentavano i poveri“. Poi Caporale ha spiegato: “Io non voglio che il mio libro si legga in odio a Salvini; io spero invece che i cittadini capiscano i pericoli derivanti da una società che non riesce ad essere culturalmente attrezzata a capire quello che sta succedendo”.