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Prosegue il dibattito interno al Pd sannita innescato dalle recenti elezioni regionali. A prendere la parola è Rossano Insogna, presidente provinciale del partito.

Da Insogna arriva la solidarietà a Francesco De Pierro, capogruppo democrat a palazzo Mosti messo “sotto accusa” dalla coordinatrice provinciale Antonella Pepe, e l’invito al gruppo dirigente Pd ad abbandonare “logiche egemoniche” tese all’esclusione piuttosto che alla condivisione: “In questi anni – scrive Insogna – oltre a tanti voti abbiamo perso anche tanti amici”. 

Di seguito, la nota di Insogna:

“Voglio innanzitutto  far giungere al capogruppo e ai consiglieri PD al Comune di Benevento l’apprezzamento mio personale e della Direzione Provinciale del PD, la quale in ogni occasione in questi anni non ha mai fatto mancare l’appoggio all’azione amministrativa degli stessi, condividendone in ogni circostanza scelte e decisioni, apprezzando in particolare modo l’azione di guida e garanzia del Capogruppo De Pierro, al quale chiediamo di continuare nella sua azione di coordinamento del gruppo con la stessa determinazione, trasparenza, lealtà e correttezza istituzionale.

Tanto doverosamente premesso ritengo utile aggiungere qualche riflessione in merito alle recenti elezioni regionali e ai risultati che stanno determinando in qualche Dirigente del PD ansie da prestazioni più utili all’affermazione del proprio ego che a ricercare soluzioni utili per un partito che dovrebbe essere, come ossessivamente ripete il nostro Segretario Nazionale, aperto, accogliente, inclusivo ed ospitale, fermo nelle sue convinzioni e nei suoi valori ma sempre disponibile all’ascolto e a ricercare una via condivisibile dell’agire politico.

Mettiamo da parte le minacce di epurazione, le analisi di sangue sulla purezza della razza, i chiarimenti all’O.K.  Corral, che non servono e non spaventano nessuno, e cerchiamo di capire cosa è successo.

E’ successo che il PD di Benevento passa dai 26.235 voti pari al 24,19% delle elezioni regionali del 2015 a 16.956 voti pari al 14.30% del 2020 e per il rotto della cuffia rielegge Mino Mortaruolo consigliere Regionale. L’unica buona notizia è la rielezione di Mino.

Perché si è determinato ciò? Perché tutto il PD 5 anni fa votava Mino e nell’ultima elezione regionale no? Perché cinque autorevolissimi iscritti e dirigenti del PD scelgono di candidarsi nelle liste civiche del Presidente?

Tutto ciò accade semplicemente perché un gruppo dirigente arroccato nelle proprie posizioni e spinto da atteggiamenti egemonici non ha saputo negli anni creare condizioni di condivisione, partecipazione, inclusione e di pluralismo interno, che sono condizioni ed elementi irrinunciabili di un moderno partito.

Bastava attivare e ricercare, anche con ostinazione, percorsi di confronto democratico e reciproco legittimo riconoscimento e ancora una volta un PD unito avrebbe stravinto e non si sarebbe salvato. Questo è il lavoro di un dirigente.

Mortaruolo e Pepe, iscritti al PD, hanno condotto una bella campagna elettorale e 6.324 elettori hanno dato la propria preferenza al primo (ne aveva prese 14.996 nel 2015) e 5.678 elettori alla seconda (Giulia Abbate ne prese 6.836).

Gli altri candidati iscritti al PD, Del Vecchio, Castaldo, Meccariello, Panza, Abbate hanno ricevuto 15.751 consensi dagli elettori.

E’ chiaro che 15.751 elettori hanno votato i candidati del PD anche al di fuori del PD?

Il problema non è indicare la porta ai cinque candidati e a 15.751 elettori, ma aprirla quella porta e permettere a tutti di partecipare alle decisioni e alla formazione della linea politica, ognuno con le proprie idee e convinzioni, ognuno meritando il rispetto che gli è dovuto. Tutti insieme rafforzando un campo progressista che vogliamo sempre più ampio e partecipato.

Anche questa pantomima delle dimissioni annunciate, sospese, ritirate e poi inesistenti del Segretario Provinciale non aiuta a fare chiarezza. Nessuno ha chiesto a Carmine Valentino di dimettersi. La perdita di 10 punti % di voti del PD in 5 anni, la perdita delle Amministrazioni di Sant’Agata dei Goti, di Telese Terme, di Guardia Sanframondi vorrà pur dire qualcosa. Ma ognuno è libero di operare le scelte che ritiene più giuste per la propria storia individuale. Però una cosa voglio ricordare al Segretario Valentino: in una riunione della Direzione Provinciale, prima del lockdown, fu dato mandato, da quella stessa assemblea, al Segretario Provinciale e al sottoscritto Presidente della Direzione Provinciale di indicare e formare una segreteria provinciale, plurale e aperta. Ho più volte, nelle settimane successive, sollecitato l’attuazione di quel mandato. Oggi ancora una volta, non io, ma l’intero organismo provinciale viene delegittimato e ancora una volta pochi decidono per tutti.

Insieme ai democratici Mortaruolo e Pepe, dovremmo anche ringraziare i democratici Del Vecchio, Panza, Castaldo, Meccariello e Abbate perché grazie a quest’ultimi potremo risalire la china e dare nuovo smalto al PD. A patto che si cambi. E’ questo il problema dirimente, non Mastella. Mastella fa il suo lavoro, noi cerchiamo di fare il nostro. Io sono pronto al confronto e a dare una mano. Così come sono pronto a dare battaglia per le cose in cui profondamente credo. 

Nell’insensibilità di un gruppo dirigente che non ha voluto e sembra non volere aprire, non dico porte e finestre, ma almeno un piccolo spiraglio alla partecipazione e al confronto democratico, in questi anni abbiamo perso, oltre a tanti voti, anche tanti amici, tanti compagni che hanno scelto di allontanarsi dal PD, amici e compagni ai quali dovremmo chiedere di tornare a lottare all’interno del Partito Democratico per costruire attraverso il prossimo passaggio congressuale una comunità plurale ed unita, un nuovo gruppo dirigente e un nuovo patrimonio di idee e programmi per il nostro territorio.

Sono qui e farò la mia parte”.