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Benevento – Comunicato stampa del gruppo del partito democratico alla Provincia di Benevento.

“Il gruppo del Partito Democratico chiederà ufficialmente una discussione in Consiglio Provinciale per approfondire il destino dell’azienda speciale ASEA. Infatti, il bilancio triennale dell’azienda così come licenziato dal consiglio provinciale con il voto contrario del nostro gruppo, stabilisce che l’ASEA non sarà più la società che gestirà la delicata procedura di collaudo della diga di Campolattaro.

Inoltre, il taglio di circa 450.000 euro nel trasferimento da parte della Provincia  creerà un evidente disequilibrio nei conti dell’ASEA che per forza di cose sarà costretta a rivedere il proprio organico.

A questo punto non si comprende chi sostituirà l’Asea nei suoi compiti e quale risparmio vi sarà per la Provincia che in ogni caso sarà costretta a elargire fondi ad un altro soggetto che svolga quei compiti un tempo assegnati all’ASEA.

Inoltre della tanto sbandierata convenzione per la verifica degli impianti termici della città capoluogo non se ne vede nemmeno l’ombra, cosa che fa di Benevento l’unico Comune del Sannio in cui non si effettua la verifica delle caldaie, principale motivo del massiccio inquinamento invernale riscontrato nella città capoluogo. Questione irrilevante per il tandem Mastella/Di Maria, che crediamo siano impegnati su aspetti molto più importanti rispetto alla salute dei beneventani.

Il paradosso di questa situazione sta nel fatto che la Provincia di Benevento, alla vigilia di importanti stanziamenti per la messa in funzione della Diga di Campolattaro, che ricordiamo essere sempre opera del Ministero delle infrastrutture mentre alla Regione resta unicamente il compito di autorizzare la derivazione promiscua per l’utilizzo delle acque, metta in liquidazione proprio l’azienda preposta al collaudo dell’invaso, avvalorando sempre di più la scelta del commissariamento da parte del Governo, che ha intenzione di correre spedito sulla strada del completamento e della messa in funzione, senza impantanarsi nella burocrazia regionale e provinciale, enti che dimostrano un evidente fastidio nell’accettare le scelte del Governo centrale”.