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Il momento inesorabile dell’analisi della sconfitta è arrivato. E’ tornata a riunirsi questo pomeriggio la direzione provinciale del Pd sannita. Primo momento di discussione interna dopo il voto del 4 marzo.

Sconfitta, disaffezione, collegialità, rinnovamento, ripartenza. E unità. Questi gli hashtag più utilizzati nei circa venti interventi che hanno animato il confronto dei democratici locali.

Diciamo subito che sono state rispettate le previsioni della vigilia: dal dibattito non è giunto alcuno scossone agli organigrammi del partito. Il cambiamento, se ci sarà, si sostanzierà negli atteggiamenti e nella pratica politica.

Resta in sella, dunque, Carmine Valentino. A lui, segretario e deputato mancato, il gruppo dirigente del Pd ha confermato senza eccezioni la propria fiducia. Discorso analogo per Umberto Del Basso De Caro, leader incontrastato del partito e anche per la prossima legislatura unico rappresentante in Parlamento dell’intero centrosinistra.

Semmai, in alcuni interventi, a finire sul banco degli imputati è stato il presidente della Provincia Claudio Ricci. Ma a dirla tutta è in direzione di un altro rappresentante istituzionale che si concentrano ormai molte delle critiche dei piddini locali: Vincenzo De Luca.

Contestatissima, in particolare, la candidatura del figlio Piero, eletto al fotofinish nonostante la blindatura nel listino casertano. Anche termini come ‘salernocentrismo’, utili a rappresentare una non adeguata considerazione delle problematiche delle aree interne, hanno trovato cittadinanza nella lunga discussione odierna, trasmessa live dal profilo Fb della federazione.

Insomma, cresce un certo sentimento di disaffezione riguardo l’operato del governatore campano. Ne è consapevole il consigliere regionale Erasmo Mortaruolo che pure ha sottolineato: “Il rilancio della nostra azione in Regione passa per la definizione di alcune specifiche priorità di intervento. Ma dobbiamo agire in sintonia. Con trasparenza e a carte scoperte, mettendo da parte tentativi di sorpasso ed evitando la ricerca di più livelli di interlocuzione perché così facendo i processi si rallentano. Io sono pronto a fare la mia parte”.

Ma ancora una volta tocca a Umberto Del Basso De Caro chiarire fino in fondo i termini della questione e dare voce e direzione ai malumori di dirigenti e amministratori del Pd rispetto al governo di palazzo Santa Lucia.

Io non mi preoccupo di esprimere un giudizio moralistico circa le candidature familiari. Sono valutazioni di opportunità. Il sottoscritto, lo sapete, avrebbe agito diversamente. Ma il dato politico è un altro: la rivoluzione promessa nel 2015 io non l’ho ancora vista. Mino Mortaruolo si trova in una situazione incresciosa e il suo unico torto è essere una persona perbene ed educata, altrimenti in alcuni casi avrebbe già rovesciato il tavolo. Ma il tema del governo regionale si porrà. Innanzitutto nel congresso regionale del partito dove saremo in campo direttamente. Anche personalmente? Non lo escludo, dipende dall’aria che tirerà. Ma una cosa è certa: noi non abbiamo paura”.

Una sfida, quella di De Caro, forte di un dato di partenza: è lui l’unico parlamentare eletto nelle due province dell’area interna della Campania.

Parlamentare, per concludere con il contesto nazionale, pronto a sedersi tra i banchi dell’opposizione.

Non serve la caccia ai colpevoli o ai traditori. Abbiamo ottenuto un risultato che rispecchia il massimo grado di attrattività del Pd dopo anni di bombardamenti prodotti dalla stampa e soprattutto dai talk show. Gli stessi che ci definivano impresentabili e che oggi ci chiedono responsabilità. Ma il dato elettorale è chiaro e la volontà popolare esige rispetto. Ad altri spetta l’onore di guidare il Paese. Il governo è questione che non ci riguarda, se non nel caso di governo istituzionale per un lasso di tempo limitato”.