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Benevento – Per sapere se sarà o meno un futuro campione del calcio bisognerà attendere qualche anno, ma non si può dire che il nome prometta male. Anche il Sannio da qualche giorno ha il suo Ronaldo, già molto coccolato da mamma Serafina Sgambato, papà Jonathan Meccariello e dai nonni Antonio, Giovanna e Daysi, che da sabato 19 ottobre, giorno della sua nascita, fanno la spola tra casa e ospedale Fatebenefratelli.

Nella giornata di lunedì avevamo parlato della nascita di Pasquale Ronaldo, adesso è toccato a papà Jonathan, nato a Santo Domingo ma trapiantato ad Airola da una vita, raccontare i retroscena della storia. Impiegato presso un negozio di ceramiche di Arpaia, Jonathan ha 37 anni ma si è trasferito nella nostra terra nel lontano 1986 insieme a mamma Daysi, di nazionalità dominicana.

Il papà Pasquale è scomparso quando lui era ancora piccolo: “In tutta onestà avrei chiamato mio figlio Cristiano Ronaldo, ma il rispetto che mi lega da sempre alla figura di mio padre ha dirottato la scelta su Pasquale Ronaldo – racconta ai microfoni di Anteprima24 -; la speranza è che possa diventare un campione del calcio, ma questo viene dopo. Se non sarà nello sport, voglio che mio figlio si realizzi in altri campi come lo studio o l’arte”. 

E cos’è Cristiano Ronaldo, se non un artista contemporaneo? “E’ vero, la tendenza è spesso quella di attribuire ai propri figli il nome di personalità come Dante, Michelangelo, Leonardo, ma questo è anche un po’ il segno dei tempi che cambiano. Ronaldo è un artista dei nostri giorni, lo è a tutti gli effetti. Un campione del calcio, in grado di frantumare record e di far appassionare la gente. Il mio idolo, come l’idolo di tanti”. 

Soprattutto gli juventini, considerato che l’asso portoghese gioca nella squadra più amata e al tempo stesso più odiata d’Italia. E visto che in famiglia non mancano gli interisti, l’impresa più difficile sarà quella di evitare che il suo Pasquale Ronaldo abbracci un’altra fede: “Assolutamente, mi sono già attrezzato con oggetti bianconeri di vario genere per fare in modo di indirizzarlo sui binari giusti. Porterà il nome di un grande campione, noi genitori e parenti vogliamo innanzitutto che lo sia nella vita”.

E chissà che CR7 non possa presto conoscere chi porta il suo nome. Magari transitando nel Sannio… per lavoro. Sarebbe la degna conclusione di una bellissima favola.