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L’impresa compiuta il 30 aprile 2016 non verrà mai dimenticata. Quello che fu poi ribattezzato il gruppo degli “Immortali”, riuscì laddove tutti gli altri avevano fallito: portare il Benevento in serie B. Dopo 87 anni, la Strega conquistò finalmente la cadetteria, voltando definitivamente pagina e iniziando a scrivere un’avventura totalmente nuova. Oggi la paura di ritrovarsi il prossimo anno negli inferi della serie C, vedendo svanire quanto faticosamente conquistato sette anni fa, appare concreto.

Mi dispiace per la piazza e per i giocatori perché sono convinto diano sempre il massimo. Quando non riesci a raggiungere gli obiettivi prefissati è difficile trovare delle soluzioni ai problemi incontrati lungo il cammino”, è il pensiero di Enrico Pezzi, “anche noi incontrammo delle difficoltà, soprattutto all’inizio, ma ne uscimmo più forti. In certe situazioni non sai dove sbagli, nonostante la forza dei giocatori resta sempre il campo a decidere. Dispiace vedere il Benevento in difficoltà, perdere la categoria sarebbe veramente un peccato”.

Vanno, allora, trovati rimedi il più in fretta possibile, perché il tempo stringe e al termine del campionato restano solo otto giornate. “Adesso bisogna semplificare il più possibile, senza fare cose particolari. Bisogna fare quadrato e sperare in un evento positivo, anche casuale, che permetta di uscire dal momento di difficoltà”, è la ricetta del difensore attualmente in forza al Notaresco, in serie D, “anche noi viviamo una situazione simile, come il Benevento dovremo essere bravi a non cadere nello sconforto e continuare a lavorare duramente durante la settimana. Bisogna cercare aiuto nel compagno, vedendolo come un alleato migliore di quanto lo sia stato fino ad ora e avendo sempre una parola di conforto. Altri rimedi non ne conosco, ricette pronte non esistono, a fare la differenza sono l’autostima e la fiducia”.

Un rush finale decisivo, per porre rimedio a qualche errore: “Col senno di poi, avevo capito che con Caserta il rapporto fosse finito lo scorso anno. Mi immaginavo un cambio di guida tecnica in estate, la riconferma mi aveva stupito. Il Benevento è partito un po’ zoppo, con il peso delle critiche della precedente stagione, poi quando le cose non si incastrano le difficoltà aumentano. Cannavaro è stata una scelta di alto profilo, avrà portato personalità e serenità, ma quando l’aspetto tecnico è deficitario non bastano determinate qualità. Quando le cose non migliorano, il cambio in panchina è l’unica cosa possibile, Vigorito non si è tirato indietro e ha provato l’ennesimo avvicendamento chiamando Stellone. Spero possa servire per salvare il Benevento”.

Quella che è stata la casa di Pezzi per tre stagioni, compiendo il doppio salto fino alla serie A. “Manco praticamente da quando sono andato via (estate 2017 ndr). Non so quando tornerò, per il momento voglio concentrarmi su carriera e famiglia. Non vivendo a casa, quando posso è un piacere tornare da loro. So, però, che prima o poi tornerò e sarà bello incontrare e rivedere amici e addetti al lavoro”, confida uno degli “Immortali”, rivelando che “abbiamo la chat della stagione della promozione, la usiamo per auguri o eventi importanti. Vedo spesso De Falco, abitiamo a pochi chilometri di distanza, mentre gli altri li ho incontrati sui campi. Rivederci e ricordare gli eventi belli del passato è sempre piacevole”.

Di piacevole, nella sua vita, c’è stato il recente avvento della piccola Sveva Blu. La scala delle priorità si è inevitabilmente ribaltata e per pensare al futuro ci sarà tempo. “Ho sempre pensato di fare l’allenatore, a qualunque livello, magari partendo dai bambini”, conclude Pezzi, “per fortuna ho già preso il patentino, sono pronto a qualsiasi evenienza. Diventando grande, però, mi sono reso conto che il calcio è più complesso di quello che mi piacerebbe e non è detto che in futuro possa ancora far parte della mia vita”.