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Benevento – “Italia, Italia!”. Nel coro che ha cullato la notte magica dell’Olimpico c’erano anche voci sannite. Tra i circa sedicimila spettatori che hanno ammirato le gesta degli azzurri di Mancini contro la Turchia c’erano infatti anche Marco, Carlo e Alberto, che da Benevento hanno raggiunto Roma per vivere un piccolo sogno. 

Tre ragazzi a caccia di un’ora e mezza di normalità dopo mesi vissuti in apnea come tutti noi. Tre giovani che hanno riassaporato la vera essenza del calcio, emozioni che sembravano essersi ormai dissolte nella nebbia del Covid: “I colori, il trasporto emotivo, la bellezza dei cori. E’ stato un momento unico, fuori dal contesto grigio che ha caratterizzato le nostre vite negli ultimi tempi”, racconta ad Anteprima24 Marco Forni, che ha raggiunto la Capitale insieme al fratello Carlo e all’amico Alberto Politi

“A causa delle direttive lo stadio non era ovviamente pieno, ma vedere così tante persone sugli spalti fa comunque un certo effetto in un periodo del genere – prosegue MarcoE’ stato bellissimo, ci siamo goduti anche l’attesa trascorrendo le ore di vigilia a piazza del Popolo e poi a Casa Italia. La bellezza di certi eventi è data anche dalla cornice, dall’adrenalina che portano con sé. Abbiamo incontrato tanti tifosi turchi che parlavano e scattavano foto con i tifosi italiani. L’atmosfera è avvolta da una specie di magia”. 

Tra riti che si ripetono e innovazioni, l’accesso allo stadio ha presentato nuove particolarità. Per capire quanto la pandemia abbia influito anche su queste consuetudini basta ascoltare le parole di Marco: “Mi ha impressionato non solo il livello dei controlli, ma la loro capillarità basata sui dispositivi tecnologici. Innanzitutto il biglietto è digitale, dunque bisogna attivare bluetooth e Gps sul proprio smartphone al momento dell’ingresso. Per arrivare al nostro posto abbiamo superato tre blocchi di controlli; nel corso dell’ultimo abbiamo dovuto presentare certificato di vaccinazione e attestazione di tampone negativo, oltre al nostro documento d’identità. Una volta che il biglietto è stato attivato dallo steward, sull’App di Euro2020 è apparso il percorso da seguire per raggiungere il posto che ci era stato assegnato”.

E lungo quel percorso sono stati tanti i volti noti incrociati: “Boniek, Albertini, Tavecchio e tante altre personalità dello sport italiano e internazionale erano a un passo da noi. Lì abbiamo capito che ci stavamo immergendo in qualcosa di totalmente nuovo. La cerimonia di apertura ha fatto il resto coi suoi colori e la sua intensità. Ecco, i colori dell’Europeo sono qualcosa che non dimenticheremo, così come ‘Nessun Dorma’ interpretata da Bocelli. Un momento da brividi. Sono mancate solo le Frecce Tricolori, che per un problema tecnico e logistico a quanto pare non hanno potuto sovrastare il cielo dell’Olimpico”.

Poi la partita è iniziata, il pallone ha cominciato a rotolare e la tensione è salita: “C’era attesa per il debutto di questa Nazionale, nel primo tempo abbiamo temuto che la gara rimanesse bloccata fino in fondo, ma nella ripresa l’ingresso di Di Lorenzo ha cambiato la partita – dice Marco. L’intesa con Berardi si è rivelata perfetta, la squadra ha preso coraggio e ha iniziato a far girare la palla più velocemente. Ciò che ho notato dallo stadio è la bellezza dei movimenti senza palla. E’ lì che si vede la mano di Mancini, questa Italia gioca con grande armonia ma per capire dove può arrivare dobbiamo aspettare. Forse manca un bomber, ma se Immobile inizia a segnare…”.

E a proposito di gol, ai tre acuti azzurri il boato è stato di quelli forti: “Abbiamo avuto la fortuna di vedere gli episodi da vicino perché tutti e tre sono stati segnati a pochi metri da  noi. Una notte magica davvero, che si è chiusa con il gesto umano di Andrea Bocelli. All’uscita dallo stadio non ha rifiutato neppure un selfie, a costo di rimanere lì ancora un’ora, considerato il numero di persone che lo hanno avvicinato. La giusta conclusione di una serata perfetta, siamo tornati a Benevento con la gioia di aver vissuto un evento raro, per certi versi irripetibile”.