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E’ forse l’opera pubblica che più sta facendo discutere tra quelle in via di realizzazione a Benevento. Il restyling di piazza Piano di Corte non a tutti piace. E più si avvicina la conclusione dei lavori e più crescono le critiche, con i social a fungere da sfogatoio. Nel mirino delle contestazioni, in particolare, il risultato estetico dell’opera, con la piazza subito ribattezzata “Piano di Forche“. E la foto in pagina spiega il perchè.

Inevitabile, in questo clima, che la discussione approdasse anche a palazzo Mosti. A testimoniarlo la riunione tenutasi questo pomeriggio della Commissione che si occupa – tra le altre – dell’attuazione dei Pics, il Programma Integrato Città Sostenibile che comprende per l’appunto il progetto di piazza Piano di Corte.

Ad animare la discussione, moderata dal presidente Luca De Lipsis, gli esponenti dell’opposizione Luigi Diego Perifano, Vincenzo Sguera e Rosetta De Stasio. Al di là del dato estetico, pure fortemente criticato, l’attenzione si è soffermata sulle modifiche apportate al progetto originale e non sottoposte – a quanto emerso dai lavori della Commissione – al vaglio della Soprintendenza. Cambiamenti non sembre legati alle necessità determinate dagli esiti degli scavi archeologici. Rispetto a quanto validato dalla Soprintendenza, infatti, è stato rinnovato il disegno dei corpi illuminanti e sono state aggiunti panchine e dissuasori. “Modifiche di poco conto” – per la maggioranza. “Giudizio che spettava alla Soprintendenza” – per le opposizioni.

Tutti concordiamo sul fatto che fosse necessario intervenire nell’area di piazza Piano di Corte- sintetizza a margine della riunione il portavoce di ‘Alternativa per Benevento’ Luigi Diego Perifano. Non parliamo, però, di una piazza tra le tante ma di un luogo che è parte della storia e della tradizione della nostra Città. E quando si interviene in questi luoghi – discorso che potremmo estendere a piazza Commestibili o piazza Duomo, per fare qualche esempio – sarebbe bene che un’amministrazione, quale che sia il suo colore politico, attivasse un processo di confronto e partecipazione. Perchè poi le amministrazioni passano, ma gli errori restano”.