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Il Giro nel Sannio è passato da poco, due tappe che hanno fatto riscoprire il valore di una terra piena di bellezza e di risorse. Non sempre sfruttate, un po’ per l’incuria delle persone, un po’ per l’incapacità della politica, fatta di tante promesse e poche azioni, di battaglie in nome di qualcosa solo per il gusto di vestirsi da ‘bastian contrari’ rispetto a cosa sta dicendo l’altra parte nel preciso momento.

Un evento, quello della carovana in rosa, che si è innestato all’interno di un percorso che dovrà portare alle elezioni europee e, in alcune circostanze, a quelle amministrative. Un’occasione, eppure c’è stato più di qualche esponente che ha avuto modo e tempo per parlare di ‘occasione persa’ e ‘vergognosa vetrina’ per il Sannio, definizione apparsa e scomparsa nell’arco di poche ore. Niente di più sbagliato, è stata una vetrina meravigliosa, un’esposizione che tutto il territorio meritava. Le migliaia di persone lungo le strade meritavano un premio del genere. Il Giro nel Sannio non può diventare terreno di battaglia per le diatribe elettorali. 

Ovviamente il discorso era legato alle strade, ai rattoppi e alle lingue d’asfalto rifatte in fretta e furia per far passare i ciclisti. Tutte cose che succedono in prossimità di appuntamenti del genere. Insomma, deve arrivare il Giro per far ricordare alla politica locale che le strade hanno bisogno di una manutenzione degna di questo nome, ad evitare che si creino disagi e voragini alle prime piogge insistenti, ad evitare che ci siano tragedie come raccontano le cronache di questi ultimi giorni.

Non sono i due giorni del Giro a fare la differenza sulla bontà di un’amministrazione ma i restanti 363 di normale gestione. Non è normale che, durante le riprese della Rai, siano stati inquadrati tanti striscioni di ringraziamento dei normali cittadini al Giro per aver permesso il rifacimento delle strade. E se non fosse passata la carovana? Rimaneva tutto come prima? A questo punto il dubbio è lecito, le domande sono calzanti. 

Domande che dovrebbero farsi anche gli amministratori: se il popolo ringrazia il Giro per aver ottenuto qualcosa e non chi ha scelto per la gestione del bene pubblico, allora c’è qualcosa che non va. Il bene va gestito nel modo migliore sempre e di fronte a grandi eventi perfezionato. Ci si ricorda di essere amministratori quando arriva il Giro o a ridosso delle elezioni: e allora si migliorano le strade, si cambia e si potenzia l’illuminazione, si organizzano eventi collaterali e culturali a contorno. 

Il Giro è ormai andato, se ne riparlerà, forse, il prossimo anno. All’orizzonte ci sono le elezioni, c’è ancora spazio per far vedere di essere attivi e attenti, prima di ritornare alla normale (dis)amministrazione.

Video tratto dalle riprese Rai