Fare in modo che si faccia tesoro del passato, capendo di proiettarsi nel futuro con lo stesso spirito e con una voglia di migliorarsi che deve rappresentare la molla per ogni azione. E’ quasi un mantra per la Cantina del Taburno da quando è stata acquisita da Enzo Rillo.
Sapere che tutto il buono che è stato fatto prima deve rappresentare una base solida per ciò che, invece, deve essere ancora realizzato. E tante sono le cose fatte nel nuovo percorso: dalla ristrutturazione all’introduzione di macchinari nuovi e di ultima generazione, nuovi sistemi di vinificazione e chi più ne ha più ne metta.
Tanti obiettivi nel mirino e quello più immediato è l’apertura al polo spumantistico. Un’idea che non nasce dal nulla, nè deve essere vista come azzardo, anzi. E’ quasi la naturale conseguenza per una Cantina che ha come base una Falanghina in bottiglia di grande qualità.
Insomma, proprio il passo che andava fatto con l’attenzione giusta. Lanciarsi nel mondo della spumantistica, infatti, prevede un cammino contrario rispetto alla vinificazione per la quale è prevista la trasformazione dall’uva al vino. Nel caso della spumantizzazione, invece, si deve partire dall’obiettivo che si vuole raggiungere, poi va definito il percorso e alla fine va realizzato il prodotto. Se viene meno un solo passo di questa catena, tutto il cammino può essere compromesso in termini di qualità.
E quando si parla di percorso, l’inizio è fissato con la collaborazione coi viticoltori che è stata proficua, anche grazie alla loro apertura al progetto della Cantina del Taburno. Un atteggiamento propositivo che è stato riscontrato anche dallo staff enologico che, nella giornata di ieri, ha avuto modo di visitare tanti vigneti per parlare coi conferitori, ricavandone sensazioni più che positive oltre che una voglia di collaborare per far accrescere un nome che è già sinonimo di qualità.
Nicolas Secondè, esperto nello spumante di origine francese, affiancato dall’enologo aziendale Raffaele Di Marco, hanno avuto modo di poter visionare, conoscere e capire il mondo legato alla Cantina del Taburno con l’obiettivo ben preciso nella propria testa: spumantizzare con criterio.
Un progetto che non può prescindere dalla base di cui sopra: un vino che ha reso la cantina sannita riconosciuta e apprezzata. E che adesso è pronta a sbarcare in un mondo diverso con lo stesso entusiasmo e la stessa idea: mettere qualità sulle tavole.