- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Due affiliati al clan Pagnozzi, che opera tra le province di Benevento ed Avellino, avevano tentato un’estorsione in un cantiere ma l’amministratore ha denunciato il fatto e da quell’episodio i carabinieri sono riusciti a scoprire un traffico di sostanze stupefacenti che oggi è sfociata con l’arresto di 23 persone nelle province di Benevento, Avellino, Roma, Padova e Campobasso.

Dalle indagini è emerso che Mario De Paola e Nino Piacentile avevano tentato di minacciare l’amministratore di una società sannita, impegnata nella realizzazione di un’arteria stradale, appaltata dal Comune di Castelpoto per un valore di oltre 2 milioni di euro. Nel luglio del 2021, infatti, gli indagati con il volto travisato da una mascherina “anti covid”, si recarono presso un cantiere di Castelpoto, in località Portelle, dove si stava realizzando il ponte per il collegamento delle sponde di un fiume, e dopo aver avvicinato alcuni operai, li minacciarono intimando agli stessi di abbandonare immediatamente il cantiere altrimenti avrebbero sparato tutti”, aggiungendo che “dovevano mettersi e posto con la Valle Caudina”

Durante le indagini è emersa anche l’esistenza di un sodalizio criminoso che gestiva un intenso traffico di sostanze stupefacenti (cocaina e hashish) tra il litorale romano (Aprilia, Anzio, Pomezia), dove veniva fornita gran parte della droga, e le province di Benevento ed Avellino, dove il sodalizio operava sotto il controllo del clan Pagnozzi. Le investigazioni hanno consentito di individuare i gestori delle “piazze di spaccio” ubicate a San Martino Valle Caudina e in località Tufara Valle, nonché di identificare una fitta rete di “corrieri” e “pusher” e individuare uno dei luoghi di stoccaggio della sostanza stupefacente ad Aprila (Latina), presso l’abitazione di uno degli arrestati. All’interno di questo immobile gli indagati provvedevano al taglio ed al confezionamento “sottovuoto” dello stupefacente, che poi veniva trasportata nella Valle Caudina, dove spesso gli indagati si incontravano presso la sede di una società ubicata in località Tufara Valle, di cui erano soci alcuni degli odierni arrestati. A finanziare il sodalizio criminale, vi era Paolo Pagnozzi, un elemento di spicco del clan Pagnozzi, il quale, forte del suo potere criminale in zona, autorizzava gli indagati al libero spaccio sul suo territorio di competenza, in alcuni casi anche supportandoli economicamente e fornendo, in un’occasione, l’auto per il trasporto della droga.

I destinatari delle misure cautelari (12 custodie cautelari in carcere, 9 custodie cautelari agli arresti domiciliari e 2 obblighi di dimora nel comune di residenza) sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo mafioso e del fine di agevolare l’associazione camorristica denominata clan “Pagnozzi”. In carcere sono finiti Alessandro Cavuoto 76 anni, di Tufara Valle, Aniello De Paola, 46 anni, Eugenio De Paola, 33 anni, Mario De Paola, 33 anni, di San Martino Valle Caudina, Vincenzo Lomasto, 30 anni, di Pomezia, Giuseppe Magliocca, 53 anni, di Roccabascerana, Giergy Nika, 31 anni, di Pomezia, Erminio Pagnozzi, 60 anni, residente a Ceppaloni ma domiciliato ad Aprilia, Paolo Pagnozzi, 62 anni, di San Martino Valle Caudina, Nino Piacentile, 54 anni, di San Martino Valle Caudina, Andrea Salsiccia, 50 anni, di Pomezia, Giulia Sopranzi, 39 anni, di Anzio. Arresti domiciliari invece per Carmine Capozza, 53 anni, di San Giorgio del Sannio, Raffaele Corda, 51 anni, domiciliato a Pomezia, Aniello De Paola, 33 anni, di San Martino Valle Caudina, Francesco Magliocca, 25 anni, di Roccabascerana, Giuseppe Magliocca, 36 anni, di Roccabascerana, Emanuele Marigliano, 39 anni, di Napoli, Laura Radut, 37 anni, di Roccabascerana, Paolo Russo, 54 anni, di Ardea, Palmerino Venoso, 48 anni, di Roccabascerana. Obbligo di dimora per Eugenio Padovano, 31 anni, di Pannarano, e Gennarina Russo, 26 anni, di Pannarano. 

Nel corso dell’indagine sono stati eseguiti anche gli arresti in flagranza di 5 soggetti, nonché sequestrati circa 1,5 chilogrammi di cocaina, 5 chili di hashish, una pistola clandestina illegalmente detenuta e 23 cartucce. Impegnati nella difesa degli indagati tra gli altri gli avvocati Valeria Verrusio, Massimiliano Cornacchione, Gerardo Giorgione e Grazia Luongo e Giuseppe Milazzo.