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Marco Minniti si è ritirato dalla corsa alla segreteria nazionale del Partito Democratico. La notizia, ufficializzata nella serata di ieri, cambia le dinamiche interne al Pd in vista dell’appuntamento congressuale. E adesso, soprattutto tra le fila dei renziani, ci si interroga sul da farsi. E’ il caso di Antonio Iesce, componente uscente dell’assemblea nazionale, tra i primi ad aver puntato sull’ex ministro dell’Interno.

Ieri mattina, viste le voci che già cominciavano a circolare, ci eravamo sentiti via sms. «Vediamo», la sua risposta. Poi i contatti sono proseguiti con Luca Lotti ed Ettore Rosato per tutta la giornata e le notizie che mi giungevano purtroppo non erano positive. E infatti a tarda serata è arrivata la notizia del ritiro“.

E ora. Che fare? “Vedremo. Nelle prossime ore mi sentirò ancora con Lotti e Rosato. Non è da escludere una nuova candidatura. D’altronde c’è ancora un po’ di tempo fino al prossimo 12 dicembre. Ma non è da escludere neanche che si possa decidere di sostenere, attraverso una lista autonoma, uno dei candidati già in campo. In passato è già accaduto“.  Uno dei precedenti, in effetti, è legato proprio alle prime primarie, quelle del 2007, quando furono ben tre le liste a sostegno dell’allora candidato – poi diventato segretario – Walter Veltroni.

Non appena si sarà chiarito il quadro, anche nel Sannio gli orfani di Minniti (fronte tra l’altro numeroso) decideranno come muoversi. “Per quanto mi riguarda – prosegue Iesce – valuterò insieme al consigliere regionale Mortaruolo e ad altri amici che percorso intraprendere per questo congresso”.

Renziano della prima ora, le scelte del politico fiorentino- anche quelle clamorose, come la creazione di un nuovo partito – potrebbero alla fine coinvolgere lo stesso Iesce. “Per ora è prematuro parlarne. E poi – aggiunge – determinate scelte non si fanno in solitudine ma ragionando e valutando con un gruppo di amici. Una cosa è certa – conclude – non ho rotto i rapporti con Renzi“.