- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

E’ stato presentato al pubblico nella Sala Consiliare della Rocca dei Rettori il libro “Quella garibaldina della mia trisavola” di Angela Iacobucci (edizioni 2000diciassette).

L’evento, programmato nel Cartellone della collettiva d’Arte “Sinergie”, a cura di Antonella Botticelli per il Centro culturale Arianna in corso di svolgimento nelle Sale espositive della stessa Rocca, è stato moderato dalla giornalista Elide Apice ed ha visto la partecipazione di un folto pubblico.

I contenuti del libro, che può essere definito come un “romanzo storico”, sono stati illustrati dalla stessa Apice. Al dibattito hanno preso parte Emilia Tartaglia Polcini, operatrice scolastica ed autrice ella stessa, ed Aniello Cimitile, già presidente e Commissario straordinario della Provincia. “Quella garibaldina della mia trisavola”, che si avvia con l’introduzione di elementi di fantasia (o “espedienti narrativi”) nei fatti realmente vissuti dalla città capoluogo del Sannio alla fine del processo risorgimentale con l’istituzione della Provincia di Benevento il 25 ottobre 1860 dopo la cacciata dell’ultimo Governatore pontificio, arricchisce un’ampia pubblicistica dedicata all’argomento con un elemento importante: e cioè l’omaggio alle donne che contribuirono a quella battaglia e di cui pochissimo si parla e si sa.

Nel corso del dibattito in Sala Consiliare è peraltro emersa l’anticipazione che Tartaglia Polcini curerà una trasposizione per il teatro del testo di Iacobucci: del resto, l’idea stessa alla base del volume era scaturita nell’Autrice, docente liceale, nel corso di una collaborazione proprio con Tartaglia Polcini in occasione di una delle Settimane Scientifiche che vedono coinvolte le Scuole del Sannio, come nel resto del Paese.

E’ quindi intervenuto Cimitile il quale ha inquadrato l’opera di Iacobucci nell’ambito delle iniziative assunte dalla sua Amministrazione per celebrare il 150° dell’istituzione della Provincia, avvenuta per volere di Giuseppe Garibaldi proprio a ragione degli eventi rivoluzionari descritti nel libro di Iacobucci. Cimitile ha, quindi, analizzato la condizione politica, economica e sociale della città capoluogo del Sannio, già Capitale della Longobardia meridionale, nel momento cruciale del Risorgimento nazionale. Proprio per la particolare condizione della Città, per lunghi secoli dominio pontificio all’interno del Regno di Napoli, l’ex Presidente ha ricordato come il movimento rivoluzionario locale si battè per “due Patrie”, cioè appunto la Provincia di Benevento e l’Italia unita.

L’autrice è infine intervenuta ricordando come il libro sia nato nel contesto di una ricerca da lei stessa condotta per conto del suo Istituto e che le consentì di riscoprire i legami della sua Famiglia con una delle protagoniste della lotta dei garibaldini alla “enclave” pontificia di Benevento ed alla frammentazione dell’Italia in tanti Stati e Regni. Simbolo della partecipazione femminile ai moti rivoluzionari è proprio la bandiera tricolore che sventò per la prima volta sulla Rocca dei Rettori il 3 settembre 1860 al posto di quella Vaticana: quella bandiera, la cui foto è riprodotta nella quarta di copertina del libro, fu realizzata, non senza gravi rischi personali, da Maria Pacifico, moglie di Salvatore Rampone, l’uomo che con un’azione solitaria mise fine al dominio papale su Benevento, ed il cui discendente era presente in Sala Consiliare. Nel contesto della ricerca tra le fonti lacunose su alcuni rilevanti aspetti di quelle vicende storiche, il libro di Iacobucci ha voluto dunque anche essere un omaggio a chi combattè per un ideale politico e civile senza ricavarne alcun vantaggio personale. Anzi.