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L’obiettivo è di quelli importanti: rendere la Campania autonoma dal punto di vista idrico. E messa così, appare più che giustificato il mega investimento, 480milioni di euro (ma si attendono ulteriori risorse dal Governo centrale), deciso dalla Regione per realizzare le opere necessarie alla potabilizzazione delle acque della diga di Campolattaro.

Parliamo di una iniziativa realmente capace di cambiare un territorio. Decisiva per l’agricoltura, perchè potremo irrigare 15mila ettari di terreno nel Beneventano, ma anche per le comunità perchè contiamo di risolvere una volta e per tutte le crisi idriche della Campania. Con la diga a regime, non dovremo più chiedere acqua a nessuno: nè al Molise nè al Lazio” . ha spiegato il governatore Vincenzo De Luca, intervenuto a conclusione del convegno tenutosi presso l’auditorium Sant’Agostino, a Benevento.

Al centro dei lavori, per l’appunto, il progetto della diga. L’opera, avviata nel 1980 dalla Cassa per il Mezzogiorno, mancava di una derivazione per poter utilizzare gli oltre 100 milioni di metri cubi di acqua presenti nell’invaso.

Per questo motivo la Regione Campania ha approvato la progettazione di una galleria di 7 chilometri e mezzo che avrà il compito di convogliare 6500 litri d’acqua al secondo sino all’area impianti del comune di Ponte.
Qui l’acqua di Campolattaro si dividerà per gli usi a cui è destinata: quello potabile e quello irriguo.

Il 43% sarà opportunamente trattato in un nuovo grande impianto di potabilizzazione. L’acqua potabile verrà in parte pompata verso i comuni beneventani dell’alto Sannio e dell’alto Fortore, dando in ogni caso priorità alla carenza idrica di tutti i comuni sanniti a partire dalla città di Benevento, alleggerendo, così, il carico degli acquedotti molisani e l’utilizzo delle sorgenti irpine del Cassano impegnate a dissetare anche la Puglia.

La parte residua sarà immessa in uno dei due nuovi acquedotti destinati all’uso irriguo
e potabile. I nuovi acquedotti costituiranno una vera e propria “autostrada dell’acqua” che attraverserà, irrigandola, l’intera valle telesina, andando, poi, ad innestarsi nell’acquedotto campano.

Ciò accrescerà notevolmente la quantità di acqua potabile, made in Campania, che servirà i comuni delle province di Napoli e Caserta e il bacino sarnese-vesuviano.
La nuova risorsa sarà essenziale per contribuire a mantenere in equilibrio il bilancio idrico potabile della Campania, oggi compromesso dall’instabilità delle importazioni della sorgente del Biferno. La risorsa molisana, soprattutto durante il periodo estivo, riduce notevolmente la sua portata.
L’invaso di Campolattaro, con i suoi 2800 litri d’acqua al secondo, compenserà largamente il disavanzo, consentendo alla Campania di non subire stress idrici nel prossimo futuro.