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Benevento – Le diverse problematiche che da tempo affliggono la sanità campana hanno avuto e continuano ad avere diverse ricadute sul territorio sannita. Mentre le varie forze politiche in campo si rincorrono attraverso annunci, critiche, denunce e promesse di mantenere alto il livello di assistenza sanitaria, aumenta il fenomeno delle autodimissioni dei medici. Il caso più eclatante e che fece scalpore in città fu quello del dottor Huscher che abbandonò deluso e stizzito l’A.O. Rummo.Un novello core n’grato” lo definì l’ex direttore dell’ospedale, Nicola Boccalone.

Altri, però, stanno seguendo la strada di Huscher. E’ il caso del dottor Elio Franco, ex direttore di struttura complessa di chirurgia vascolare, “autodimesso” dall’Azienda Ospedaliera Rummo di Benevento. Così come almeno altri cinque suoi colleghi, tutti primari che recentemente hanno deciso di lasciare il Rummo per andare in pensione o trasferirsi in altre strutture. Si va verso ospedali campani su cui la Regione ha deciso di investire o verso strutture private convenzionate.

L’ex direttore Franco al portale Sanità e Informazione ha spiegato le diverse problematiche che affliggono il nosocomio beneventano: “Tecnologicamente il Rummo è fermo al 2005, quando se n’è andata l’ultima direttrice generale che è riuscita veramente a risollevare quell’ospedale. E per anni abbiamo vissuto su quello che aveva costruito lei. Poi le cose sono andate sempre peggio. Non ho mai più ricevuto risposta alle proposte che avrebbero potuto migliorare determinate situazioni. Non ho avuto quello che serve per portare avanti un reparto di una certa qualità.  Da tempo tutte le chirurgie avevano solo tre sedute operatorie al mese. Avevamo un numero di infermieri molto basso, che non potevano assistere al meglio i pazienti, cosa che non sopportavo, per il rispetto che nutrivo nei confronti dei malati che venivano a curarsi da noi».

Franco non ha criticato solo il Rummo ma tutta la sanità campana: “Non so se per dar forma ad un progetto politico o per un’incapacità di amministrazione abbiamo una migrazione di pazienti impressionante. La Regione adesso sta investendo l’ira di Dio nell’ospedale del Mare, ma non penso che il progetto riuscirà a prendere il via: non si può aprire un ospedale trasferendo personale da altre strutture, che in questo modo vengono solamente impoverite”