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Benevento – “Amministrare una città con spirito di sevizio e per la realizzazione del bene comune, quello oggettivo, non è declamare spot, ne attribuirsi primogeniture autoreferenziali, ma è stare sui temi con competenza e soprattutto con impegno concreto, tanto per chi amministra che, per chi si oppone”. Così Vittoria Principe, presidente dell’associazione “Io più forte di…te”. 

“Ed invece nella nostra città assistiamo alla mera propaganda di “regime” da parte dell’amministrazione attiva, che tenta di far passare la realizzazione di opere ordinarie, come straordinarie e, per giunta, dopo anni di governo cittadino (vedi ascensore via del Pomerio) ed alla rincorsa all’attribuzione di meriti, della serie “l’ho detto prima io”, da parte di una opposizione stucchevole, inconcludente ed altrettanto autoreferenziale, come quella dei 5 stelle che avrebbero dovuto “risvoltare il Comune come un calzino” o “aprire lo stesso come una scatoletta di tonno” ed invece, da 4 anni, ormai, navigano a vista senza idee concrete, ma solo con interventi riduttivi rispetto a tematiche ampie, complesse e fondamentali (vedi richiesta consigli comunali a Palazzo Paolo V per accessibilità ai disabili). 

In realtà la tematica è, come detto, ampia e complessa per la risoluzione di problematiche socio-inclusive riguardanti la realtà locale e non solo. Prima fra tutti, una rimozione di barriere architettoniche culturali a partire dall’educazione contro il bullismo che andrebbe affrontata consolidando i principi egualitari. Ciò presupporrebbe, da parte delle Politiche sociali e culturali di un’amministrazione, la redazione di progetti che non dovrebbero semplicemente informare, ma anche prevenire in modo attivo il fenomeno con il  concetto di cooperazione fra differenti estrazioni sociali. E, quindi, la creazione di strutture pubbliche d’aggregazione che  faciliterebbero l’instaurazione di rapporti e la veicolazione di differenti concezioni e prospettive di vita. (Vedi tanti locali inutilizzati dell’amministrazione, a partire dalla mediateca al rione Libertà ecc.) Ma non solo.

Le istituzioni, tra cui l’assessorato alla Pubblica Istruzione dovrebbe cooperare con scuola e famiglie sul tema, richiamando al documento di legislazione Europea per i Cittadini Disabili. Solo così si potrebbe iniziare a parlare di Pari Opportunità nelle disabilità che presuppongono una libertà fisica e morale.  Pertanto le barriere architettoniche o, qualsivoglia fattore limitante la realizzazione dei diritti personali, non possono essere considerati dei semplici disservizi, ma vere e proprie violazioni dei diritti Umanitari. Sarebbe utile dunque, restaurare le reti assistenziali e infrastrutturali; istituire progetti di Servizio Civile utili a sensibilizzare i giovani sul mondo della disabilità;  istituire la giornata Nazionale delle Pari Opportunità per le disabilità. La rete assistenziale prevede il potenziamento degli ammortizzatori sociali, della rete di trasporti adeguata ad individui affetti da handicap, l’abbattimento graduale delle barriere architettoniche, integrare le competenze del personale addetto all’assistenza domiciliare. Quindi, il coinvolgimento attivo e sinergico di più assessorati, sotto l’egida delle Pari opportunità (Mobilità, politiche Sociali, Urbanistica e Lavori Pubblici, ecc). In tale ottica, l’istituzione della Giornata Nazionale delle Pari Opportunità sarebbe  occasione di confronto e raccolta di istanze sul tema. Un diversamente abile, avendo maturato una consolidata esperienza, dovuta alle sue condizioni, è capace di tracciare linee guida efficaci e migliorative per la nostra realtà locale.  Solo così si comprenderebbe quali aspetti  potrebbero essere impiantati nella vita quotidiana e quali, al contrario, avrebbero bisogno di perfezionamenti.

Insomma, diciamo alla Mollica, non è spostando il Consiglio Comunale a Palazzo Paolo V che si risolve il problema della disabilità o all’Amministrazione,  inaugurando con tanto di “selfie impellicciati” e carichi di sorrisi di circostanza una ascensore.  In questi campi non è mai abbastanza”.