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Benevento  – Si torna in aula per il processo Asl. E ancora una volta ad assistere all’udienza c’è l’imputata illustre, Nunzia De Girolamo. Parliamo di uno dei filoni relativi al processo Asl nato dall’inchiesta condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria. E in particolare quella che riguarda la parte politica della vicenda che coinvolge a vario titolo, come imputati, otto persone: Felice Pisapia e Michele Rossi,  all’epoca direttori generale e sanitario, Arnaldo Falato, ex responsabile budgeting dell’Asl, l’ex  parlamentare Nunzia De Girolamo, Luigi Barone e Giacomo Papa all’epoca collaboratori della De Girolamo, il sindaco di Airola Michele Napoletano e Gelsomino Ventucci.

Nel mirino degli inquirenti finirono alcune vicende emerse dalle registrazioni di Pisapia: tra cui il trasferimento di un dirigente e di alcune strutture sanitarie, la presunta pretesa sulla nomina di un primario, il bar del Fatebenefratelli, le sedi Saut e le somme per i medici di cui sarebbe stata tentata la non compensazione. Storie che portarono alla formalizzazione, nell’aprile del 2016, da parte del gip Cusani, di accuse che vanno dall‘associazione per delinquere, alla concussione, alle minacce e alla turbata libertà degli incanti; dal falso all’abuso d’ufficio e all’offerta di un’utilità per ottenere il voto elettorale.

Stamane, dopo l’escussione del teste Ascierto, luogotenente della Guardia di Finanza che durante le indagini ha acquisito diverse documentazioni ed eseguito vari accertamenti sulle procedure di compensazione per i medici, la gara del 118 e il trasferimento dei locali del dipartimento di salute mentale da Montesarchio ad Airola, si è passati all’esame degli imputati. Il primo a rispondere alle domande del PM, Maria Scamarcio, è Arnaldo Falato ex dirigente dell’Azienda Sanitaria e all’epoca dei fatti contestati, capo staff.

Falato racconta, come già fece il Commissario Di Salvo, della visita ricevuta da Luigi Barone e Giacomo Papa negli uffici dell’ASL: “Io stavo preparando la delibera che avrebbe soppresso le due unità di pneumatologia e radiologia su indicazione del Commissario Di Salvo che in quel momento stava eseguendo un obbligo di legge dettato dalla rimodulazione delle strutture complesse voluta dalla Regione Campania. Papa e Barone entrarono nel mio ufficio e mi dissero che non dovevo preparare la delibera di soppressione perché il posto di radiologia serviva a uno dei loro, il dottore Molinaro. Io gli spiegai che non era possibile anche perché lo stesso Molinaro non aveva i requisiti per poter svolgere quell’incarico. Mi dissero che non mi dovevo preoccupare e che dovevo fare come dicevano loro altrimenti ti facciamo vedere quello che succede. Ricordo – prosegue Falato – che Barone si arrabbiò moltissimo. Io non feci niente e poi mi disse Di Salvo, che successivamente erano andati anche da lui per chiedere la soppressione e che avevo fatto bene a non ascoltarli”.

Falato racconta gli accadimenti successivi all’incontro e all’insediamento del nuovo direttore dell’Asl, Michele Rossi: “Quando Rossi arrivò ero contentissimo, perché lo conoscevo e lo stimavo molto. Tutto però, nel giro di una settimana, si stravolse. Il 7 ottobre del 2010 mi chiamò Rossi e mi disse che io, Pisapia e De Masi non eravamo ben voluti dalla politica e che ci doveva cambiare, dicendo che eravamo della vecchia guardia mastelliana. Ma quale mastelliano, io ero pure iscritto al PDL – commenta Falato. Rossi mi promise che una soluzione forse per me si poteva trovare ma era difficile e poi mi chiese di dire a De Masi che se non sospendeva delle gare, tra cui quella del 118, doveva preparare un documento per farsi spostare, per motivi personali, in un altro posto dirigenziale. Parlai con De Masi che poi andò da Rossi ma qui avvenne uno scontro che però si concluse quando De Masi accettò di cambiare aria, per motivi personali che però non esistevano”.

Falato racconta in aula che Rossi, dopo lo spostamento di De Masi, gli chiese anche di sospendere le gare: “Mi disse sospendi le gare che voglio vederci chiaro e la motivazione è che non c’è più il RUP, che era De Masi. Le persone devono sapere che quello che mi ha fatto Rossi negli anni è costato 400mila euro alla collettività. Da quel giorno sono stato tre anni e mezzo tra le scale, al freddo e sotto mobbing”.

Il PM concentra poi le sue domande sugli incontri tra Falato e Nunzia De Girolamo: “Ho visto tre volte l’onorevole. Le prime due mi convocò lei nella sede del PDL dopo avermi fatto contattare da un giornalista de il Mattino. Fu molto cortese e mi chiese spiegazioni sulla chiusura dell’ospedale di Cerreto e mi annunciò che con l’arrivo di commissari nostri, nominati dal PDL, si cambiavano le cose. Il terzo incontro lo chiesi io ad aprile 2012 facendo intervenire Fernando Errico e così con Rossi, Papa, Barone, Pisapia e De Girolamo ci vedemmo a casa dell’onorevole per cercare di smussare la situazione insostenibile tra me e Rossi. Mi si incolpava di non aver ascoltato Barone ma io avevo solo seguito le regole. De Girolamo cercò di mediare e disse pure che aveva chiesto lei a Michele di farmi fuori ma alla fine di quell’incontro non si risolse nulla. Michele Rossi era totalmente succube della politica e in particolare di Barone e Papa”.

Falato racconta altri due episodi: “C’erano problemi sia al Sert di Telese Terme che al Dipartimento di Salute Mentale di Puglianello. Allora si pensò di spostare le sedi a Cerreto. In entrambi i casi Rossi mi disse prima di essere d’accordo per poi cambiare idea perché il sindaco di Cerreto non voleva i tossici e perché il sindaco di Puglianello era passato nel PDL e quindi non gli si poteva togliere il Dipartimento. Istanze che gli comunicava Barone che, oltre ad essere nella segreteria di De Girolamo, passava tutti i giorni all’ASL per parlare con Michele Rossi”.

L’esame di Falato si conclude con la questione delle registrazioni fatte da Pisapia durante gli incontri a casa De Girolamo. “Io non c’ero mai ma Pisapia mi raccontava tutto, che si parlava di me e che aveva iniziato a registrare gli incontri perché non era sereno e aveva paura che potessero farlo fuori in qualche modo. Con me già ci erano riusciti visto che poi non ho più lavorato. Oltre a parlare con Pisapia, all’Asl aprivo il pc e studiavo il tango argentino”.

Dopo l’esame condotto dal PM il Collegio ha deciso di posticipare il controesame di Arnaldo Falato al 21 febbraio 2019 quando toccherà anche a Felice Pisapia e Nunzia De Girolamo decidere di sottoporsi o meno all’esame. Intanto quest’oggi Giacomo Papa ha deciso di non rispondere alle domande e non sottoporsi all’esame. Acquisiti dal Tribunale, invece, i verbali degli interrogatori di Michele Rossi e Gelsomino Ventucci.