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Benevento – Ennesima udienza del Processo Asl questa mattina al Tribunale di Benevento. Giornata dedicata nuovamente alla lista testi della difesa tra cui diversi medici sanniti tra cui il dott. Pasquale Grimaldi, Mario Speranza, Vincenzo Luciani, Giovanni Molinaro e Michele Del Vecchio. Al centro dell’escussione dei testimoni diverse questioni tra cui le compensazioni e le riunioni del sindacato dei medici con i vertici Asl per dirimere la spinosa situazione sui rimborsi vaccinali e le acquisizioni indebite delle quote dei pazienti deceduti o trasferiti.

Al banco dei testimoni anche l’ex sindaco di San Bartolomeo in Galdo, Vincenzo Sanginario, che ha ripercorso la storia dello PSAUT del paese fortorino: “Parlai con i commissari, con i vertici Asl, con i politici di tutte le parti politiche per cercare di sollecitare l’apertura dello PSAUT. Lo stesso Rossi, dopo dei colloqui, mi promise che avrebbe provato ad interessarsi alla questione. Dopo anni di lotte e una settimana di presidio con altri sindaci del Fortore dinanzi alla struttura di San Bartolomeo, finalmente si riuscì ad avere lo PSAUT e un’ambulanza che venne spostata da Foiano”.

Su spostamenti e soppressioni ma stavolta dell’Unità Operativa Complessa di Diagnostica per Immagini, ha risposto l’ex Sindaco di Calvi Giovanni Molinaro: “Dopo la soppressione feci ricorso e successivamente sporsi anche una denuncia. Non parlai ne con Barone ne con De Girolamo della questione; tra l’altro non eravamo in buoni rapporti a causa di divergenze politiche interne al nostro partito”.

Sulle gare d’appalto del 118 e sul diverbio tra De Masi e Rossi all’interno dell’Asl ha risposto alle domande del PM e dei legali degli imputati, la dottoressa Anna Pocino, dipendente della segreteria direzionale dell’ASL dal 2006: “Ricordo che la gara d’appalto del 118 fu annullata da Tar e Consiglio di Stato per importo insufficiente. Appena si insediò Rossi, dopo qualche giorno venne De Masi e ci fu un diverbio tra i due nel corridoio proprio dinanzi al mio ufficio. Rossi chiedeva di andare avanti con le gare perché, soprattutto per il 118, non si poteva interrompere il servizio. Dopo quella discussione De Masi venne assegnato ad altro ufficio e sostituito da Pisapia. Anche lui veniva sollecitato da Rossi per l’approvazione delle gare ma dopo una denuncia dello stesso Rossi su dei mandati di pagamento, nel giugno 2012, venne revocato l’incaricato ad interim del Provveditorato a Pisapia e tramite un avviso interno andò alla dottoressa Bianco. Ma anche in quel caso c’erano i soliti problemi con la gara del 118; sull’affidamento diretto però non ricordo nulla”.

Si torna in aula il 21 novembre per l’escussione di altri testimoni e la chiusura dell’istruttoria dibattimentale.

Ricordiamo che il Processo Asl nasce dall’inchiesta condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria e in particolare quel filone che riguarda la parte politica della vicenda e che coinvolge a vario titolo, come imputati, otto persone: Felice Pisapia e Michele Rossi, all’epoca direttori generale e sanitario, Arnaldo Falato, ex responsabile budgeting dell’Asl, l’ex parlamentare Nunzia De Girolamo, Luigi Barone e Giacomo Papa all’epoca collaboratori della De Girolamo, il sindaco di Airola Michele Napoletano e Gelsomino Ventucci.

Nel mirino degli inquirenti finirono alcune vicende emerse dalle registrazioni di Pisapia: tra cui il trasferimento di un dirigente e di alcune strutture sanitarie, la presunta pretesa sulla nomina di un primario, il bar del Fatebenefratelli, le sedi Saut e le somme per i medici di cui sarebbe stata tentata la non compensazione. Storie che portarono alla formalizzazione, nell’aprile del 2016, da parte del gip Cusani, di accuse che vanno dall‘associazione per delinquere, alla concussione, alle minacce e alla turbata libertà degli incanti; dal falso all’abuso d’ufficio e all’offerta di un’utilità per ottenere il voto elettorale.