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Benevento – Fu un sogno di mezza estate sospinto da una ventata d’entusiasmo. Un sogno inebriante, infranto in una notte che tutti si aspettavano di vivere in maniera diversa. Non tanto per il risultato, ma per l’effetto collaterale prodotto da un brutto infortunio. Aldo Papagni ricorda così l’ultimo precedente del Benevento con la Lazio all’Olimpico; un confronto inscindibile dall’episodio che lo caratterizzò nel primo tempo: “Avevamo sognato di essere lì e ci eravamo riusciti. L’ingresso in campo, i cori dei nostri numerosissimi tifosi, l’impatto positivo con uno stadio storico del nostro calcio. Poi quello scontro violento con Carrizo, Evacuo che esce in lacrime e la mente che va ben oltre il terzo turno di coppa. Ci rendemmo subito conto di aver perso per diversi mesi il nostro uomo migliore, il calciatore che pensavamo ci avrebbe trascinato verso la vittoria del campionato. Bello ma indigesto, questo fu per noi lo stadio Olimpico”. Attualmente Papagni è alla guida della Fidelis Andria, in lotta per la salvezza nel girone meridionale di serie C. E’ subentrato a Loseto lo scorso mese di novembre prendendo in mano la squadra a un passo dall’ultima posizione e cambiandole letteralmente volto grazie ai 24 punti conquistati in 17 gare.

Sabato, quando il Benevento tornerà ad affrontare la Lazio, sarà atteso dall’importante trasferta di Bisceglie, sua città natale:
“Mi sarà impossibile vedere la partita per ovvie ragioni, e a livello personale andare a Bisceglie da avversario fa un certo effetto. Per quanto riguarda il Benevento, seguo sempre con interesse le sue sorti. Sono convinto che quest’anno con un po’ più di fortuna nella fase iniziale del torneo le cose sarebbero andate diversamente. La serie di sconfitte che ha segnato l’impatto con il campionato di A ha finito per minare qualche certezza e la stagione è proseguita in maniera negativa. Però il Benevento a tratti produce un calcio entusiasmante, troppo spesso ha pagato gli episodi”. 

Dieci anni fa l’accesso alla B sembrava una maledizione da infrangere, oggi ci si ritrova a parlare di Benevento in serie A:
“Nulla è frutto del caso. Ora posso dirlo, gli obiettivi erano chiari fin da allora. Ricordo ancora bene le parole di Ciro Vigorito al momento del mio arrivo nel Sannio come nuovo allenatore. Mi disse: «Se saliamo in B quest’anno, per la prossima stagione prendiamo i dieci migliori giocatori del campionato cadetto per provare il doppio salto». Era il 2008, ci aveva visto lungo, per questo non mi stupisce affatto vedere il Benevento banchettare con le grandi del calcio italiano. Anche se dovesse arrivare la retrocessione quella di quest’anno sarà da sfruttare come un’esperienza. E poi è stata l’occasione per far emergere valori interessanti, uno su tutti Brignola che sta facendo benissimo ed è da considerare una delle rivelazioni del campionato”. 

Tornando al 2008, qualcosa in quel campionato non andò per il verso giusto. L’esonero arrivò dopo dodici giornate, all’indomani dell’1-1 dello Zaccheria contro il Foggia. Ci sono rimpianti?
“No, nessuno. Sono decisioni da accettare, che fanno parte del lavoro e della vita di un allenatore. Andai via quando la squadra si trovava a pochi punti dal primo posto, ma il club pensò a una svolta. Posso solo dire che oltre ad aver perso Evacuo, che in Tim Cup aveva fatto grandi cose, avevamo Clemente con la pubalgia e Castaldo ancora sulla strada del recupero dopo il brutto incidente a cui andò incontro nella stagione precedente. Quel Benevento era una corazzata, una squadra costruita per stravincere il campionato”. 

In Coppa i risultati furono più che lusinghieri. Prima la vittoria 3-1 in scioltezza a Legnano, poi il successo a Treviso ai calci di rigore con un biglietto staccato per l’Olimpico. C’è qualche ricordo in particolare che la stuzzica?
“La gara di Treviso. Evacuo era implacabile nonostante a marcarlo ci fosse un certo Leonardo Bonucci che di strada nel frattempo ne ha fatta tantissima. Non è un caso che la famiglia Vigorito al tempo puntò su Felice prelevandolo dal Frosinone dopo una grande annata in serie B. Segnò due gol e ci trascinò alla sfida di Roma con ampio merito. Sì, pensare a cosa sarebbe stato quell’avvio di campionato con Evacuo in campo mi mette ancora un po’ di amarezza, ma la storia ha fatto il suo corso e seppur in ritardo il Benevento ha raggiunto il posto che merita”. 

Foto Gianluca Albore (Fidelis Andria)