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di Antonio Frascadore

Sant’Agata de’ Goti – Pronto soccorso: unità operativa dell’ospedale dedicata ai casi di emergenza dove si accede per modalità di ricovero urgente. Se ancora non dovesse essere chiaro, stiamo parlando di infarti, incidenti stradali, traumi per i più piccoli o per i più anziani. Se ancora non dovesse essere chiaro, stiamo parlando di un posto dove vai, purtroppo, se stai morendo o se comunque non te la stai passando proprio bene.

Sant’Agata de Goti: cittadina di 11mila abitanti, tra i borghi più belli del Sannio, distante 50 minuti da Benevento (dove c’è un pronto soccorso) e 40 minuti da Caserta (dove c’è un altro pronto soccorso).

La somma matematica tra la parola Pronto Soccorso e la parola Sant’Agata de’ Goti produce il seguente risultato: disastro politico.

Risulta del tutto assurdo, di fatto, che se hai un infarto, un incidente, insomma non te la stai passando proprio bene e hai bisogno di andare al pronto soccorso, devi metterti in auto e attraversare il Sannio o Terra di Lavoro per un primo intervento, perché il pronto soccorso di Sant’Agata chiude. Se qualcuno si dovesse mai avventurare in questa lettura, sappia che non c’è nessuna intenzione di ripercorrere la storia, le dichiarazioni del Presidente della Regione, quelle dei politici locali e stabilire quali siano o possano essere le motivazioni che stanno determinando questo lutto sanitario in un punto nevralgico della nostra zona e che abbraccia decine di paesi limitrofi e quindi migliaia di esseri umani che potrebbero avere un infarto, un incidente, insomma non se la stanno passando proprio bene.

Se qualcuno sta leggendo questo articolo sappia che non lo sta scrivendo un populista, ma a volte, viva Dio, bisogna essere populisti. Perché continuare a non esserlo vuol dire dar ragione a tutti quelli che vengono a chiederti il voto una volta ogni tanto e poi non hai capito dove “cacchio” stanno quando si tratta di difendere i principi fondamentali dell’esistenza, come quello della vita umana.

Ora, io so benissimo che, da direttore di un giornale, mi arriveranno comunicati, dichiarazioni, da diverse bandiere politiche, da chi è stato eletto e da chi non lo è stato, da chi fa sciacallaggio perché è all’opposizione e vuole dire la sua per mettere in cattiva luce chi sta al governo e chi sta al governo e dice che bisogna evitare lo sciacallaggio ma nel frattempo parlerà con il Ministro, farà l’interrogazione parlamentare e magari farà pure la passerella davanti al Pronto Soccorso in fin di vita.

E so benissimo che tanto, qualsiasi cosa diciamo, alla fine stanotte dormiranno tutti bene perché, mi sembra, tranne Carmine Valentino, nessuno vive a Sant’Agata e quindi se dovessero esserci infarti, incidenti, insomma se non ve la state passando tanto bene, nessuno andrà al pronto soccorso di Sant’Agata.

Detto ciò non auguro a nessuno di avere le disgrazie di cui sopra, ma mi chiedo: con la stessa attenzione con cui vengono chiesti i voti si potrebbe fare qualcosa di concreto (vedi su internet, alla voce: no chiacchiere) per scongiurare un disastro del genere? C’è la possibilità di parlare dopo aver scongiurato il problema, risolvendolo, invece di parlare prima facendo finta di interessarsi a risolverlo senza ottenere risultati? Io non so cosa sia necessario per scongiurare un problema del genere. So solo che se non viene risolto, auguro a chi poteva risolverlo, di non vivere a Sant’Agata mentre è in atto un infarto, un incidente, insomma se non ve la state passando proprio bene.

Perché in tal caso, in quel momento, e solo in quel momento, sarà chiaro che la vita non è solo chiedere un voto ma è fare qualcosa per meritarselo di nuovo. Prima per gli altri e poi, magari, perché no, anche per se stessi. Siamo sotto al cielo.