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Provinciali, si procede a passo di trotto. E così sarà fino almeno a inizio settembre, quando la Camera – in sede di discussione del ‘Milleproroghe’ – deciderà se accogliere o meno l’emendamento proposto dall’Upi e volto a far coincidere la data per l’elezione indiretta di presidente e consiglio.

Dovesse essere accolta la proposta delle Province, si voterà in una unica tornata e con ogni probabilità a fine gennaio. In caso contrario, sindaci e consiglieri saranno chiamati alle urne due volte nel giro di tre mesi: la prima, il 31 ottobre, per scegliere il presidente; la seconda, in gennaio, per il consiglio.

Una differenza non di poco conto. Per la legge Delrio, infatti, sono candidabili alla carica di massima rappresentanza dell’ente soltanto i sindaci che hanno un mandato che scade non prima di 18 mesi.

Il voto in gennaio, dunque, escluderebbe dalla partita tutti i sindaci con scadenza 2020. Diminuirebbero quindi i petali della margherita da sfogliare. In casa Partito Democratico, ad esempio, sarebbero tagliati fuori a prescindere nomi pesanti come quelli di Pasquale Carofano (Telese Terme) e Floriano Panza (Guardia Sanframondi).

Di fatto, i papabili candidati presidenti si conterebbero sulle dita di due mani. La ‘pole position’, lo ribadiamo ancora una volta, se l’è già conquistata Franco Damiano. D’altronde quella di Montesarchio è la fascia tricolore più importante su cui il Pd può contare oggi. Un ‘fatto’ a cui bisogna pure aggiungere l’autorevolezza all’interno dell’universo ‘democrat’ che Damiano si è conquistato negli anni.

Naturale, dunque, pensare a una sua candidatura. Dai ragionamenti, però, non possiamo escludere a priori altre strade.  Ancor di più perché è in dirittura d’arrivo l’intesa tra il Pd e il gruppo degli ‘ex forzisti’ capitanato da Fernando Errico e Domenico Matera. Accordo che potrebbe anche determinare un rimescolamento delle carte, considerata anche la necessità di ricalibrare i rapporti con Alternativa Popolare.

E tra i possibili outsider, il nome da seguire con particolare attenzione è quello di Carmine Agostinelli, 42enne sindaco di San Bartolomeo in Galdo. Un profilo diverso, se vogliamo di rottura rispetto agli ultimi anni, espressione dell’area territoriale più in sofferenza nel Sannio, ovvero il Fortore.

Insomma, l’identikit utile a restituire all’opinione pubblica l’immagine di un Pd pronto a voltare pagina dopo le ultime sconfitte elettorali.

Discorsi ancora acerbi, per carità. La discussione entrerà nel vivo, come dicevamo, soltanto una volta che verrà sciolto definitivamente il nodo sulla data delle elezioni. E’ a quel punto che si cambierà passo e si comincerà a galoppare. E chissà se sarà una corsa scontata o aperta a sorprese.