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“Apprendo da fonti di stampa della sconcertante vicenda che si sta consumando, in queste ore, al Rummo di Benevento. Una donna scrive in particolare della condizione dell’anziano padre, da Lunedi lasciato su una barella del Pronto Soccorso dell’ospedale in questione, descritto come <<malato oncologico con una endocardite in corso, con febbre alta, costretto a stare rannicchiato nel proprio sudore, su una barella di plastica, senza lenzuola, a 50 centimetri a destra e sinistra da altri anziani in condizioni analoghe,  possibili fonti  di ulteriori infezioni>>. Aggiungendo, altresì, come il congiunto si trovi, in queste condizioni, con altri 60 degenti”. Lo fa presente il Senatore Domenico Matera.

Mi preme evidenziare che chi scrive la lettera – prosegue il parlamentare di Fratelli d’Italia – non punti il dito, giustamente, contro sanitari o personale infermieristico. Questo è un dato centrale da evidenziare: medici e dipendenti tutti dell’Azienda San Pio non hanno colpa alcuna, colpe che, piuttosto, devono essere ricercate nella politica regionale che ha messo in condizioni il personale medico di lavorare in condizioni di costante affanno. La Regione Campania si ostina in scelte che sovraccaricano il Rummo, incapace di reggere alla pressione dell’assistenza e dell’emergenza. Laddove, invece, un Pronto Soccorso funzionante in modo pieno a Sant’Agata de’ Goti alleggerirebbe una pressione non più tollerabile. Invece De Luca e la sua Giunta preferiscono non vedere e abbandonano i pazienti della provincia di Benevento ad una situazione di disservizio costante per quel che riguarda il diritto alla salute e alle cure e, allo stesso tempo, gettano la croce su medici e infermieri che sono l’interfaccia immediata dei cittadini, con tutte le conseguenze e i rischi del caso. Voglio però avanzare una considerazione. Se determinate scelte appartengono alla politica regionale, per quel che riguarda le linee programmatiche, un appello e allo stesso tempo una proposta la vogliamo rivolgere al management. Molto spesso, oltre al problema legato alla assistenza non puntuale all’interno dei Pronto Soccorso, i familiari lamentano una mancanza di informazione che diventa sovente la principale causa di tensione. In tal senso il Management, che a dire il vero si sforza per migliorare queste situazioni emergenziali, potrebbe, ad esempio, valutare l’assunzione di figure non sanitarie deputate a fare da spola tra l’interno e l’esterno delle strutture informando i congiunti sulla condizione dei singoli pazienti. In tal modo si smusserebbero motivi di comprensibile preoccupazione e si andrebbero a disinnescare situazioni di criticità che rischiano di detonare a puro discapito del personale. In altre realtà del territorio nazionale si è già investito in tale direzione con plus significativi in termini di miglioramento del servizio e di gestione umana dei rapporti con il cittadino. Nel formulare questa proposta, non posso non esprimere la mia solidarietà a questa donna, che scrive con toni così garbati, al suo papà e a quanti si trovano a vivere, purtroppo con troppa frequenza, situazioni analoghe che non approdano alla risonanza della stampa. La mia vicinanza anche ai professionisti della Sanità del Rummo e non solo, letteralmente gettati in un campo di quotidiana battaglia”.