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Benevento – Con 2,3 casi all’anno di psoriasi ogni 1.000 e oltre 1,5 milioni di individui costretti a convivere con la malattia, la psoriasi è un problema spesso anche sociale. Non a caso, a pesare su questa condizione concorrono anche le difficoltà legate alle condizioni sociali, con maggiori problemi nelle aree e in quelle fasce di popolazione maggiormente svantaggiate. Inoltre, non sempre è facile ottenere sin da subito un trattamento efficace.
Lo spiega in modo chiaro Francesco Cusano, direttore dell’UOC di Dermatologia dell’Azienda Ospedaliera “San Pio” (Presidio Ospedaliero Gaetano Rummo di Benevento) e presidente – dell’associazione dermatologi venereologi ospedalieri italiani (ADOI).

“Spesso il paziente è frustrato dalla ricerca di un trattamento efficace a causa di un percorso di cura complesso e inefficace, ma con trattamenti adeguati e agendo tempestivamente si può evitare che la psoriasi progredisca, peggiorando condizioni di salute e qualità di vita, con un impatto rilevante sul lavoro, relazioni interpersonali e sfera psichica”.

E addirittura molti pazienti non arrivano ad una diagnosi.

“I dati di prevalenza, che parlano di un 2,5 – 3% della popolazione interessata dalla malattia – prosegue Cusano – fanno pensare a un importante sommerso, dovuto per lo più a diagnosi e presa in carico specialistica tardive. Ed è sicuramente ampia la quota di pazienti non trattati con alcuna delle terapie oggi disponibili». Di qui l’appello dello specialista: «È fondamentale rivolgersi a uno specialista dermatologo che possa nel caso indirizzare verso un Centro di riferimento in grado di offrire una gamma di soluzioni assistenziali adeguate”.

Proprio per sostenere i pazienti e spingerli a non arrendersi alla psoriasi e all’artrite psoriasica, ma riprendersi i propri spazi di vita e affrontare a viso aperto, in occasione della Giornata Mondiale dedicata alla Psoriasi è stata lanciata la campagna “Psoriasi c’entro anch’io”. Per incoraggiare i pazienti a passare all’azione nel percorso parlandone con lo specialista e, nel caso, rivolgendosi ai Centri specializzati, la campagna fa la leva su immagini realistiche delle due malattie che mostrano le conseguenze della loro progressione in assenza di trattamento accompagnate da frasi che caratterizzano l’atteggiamento di sfiducia e rassegnazione condiviso da molti pazienti.

Sul portale www.psoriasicentroanchio.it la campagna mette a disposizione dei pazienti risorse per aiutarli a migliorare il dialogo con lo specialista e a raccontare in maniera accurata i propri sintomi e l’impatto sulla vita quotidiana, insieme a informazioni sulle patologie e la mappa dei Centri specialistici. Ma come si riconosce un problema di psoriasi?

Le sedi corporee maggiormente colpite sono il cuoio capelluto, i gomiti, le ginocchia, il tronco, le mani, i piedi e le unghie“, spiega Giuseppe Monfrecola, presidente della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST).

“I principali segni consistono in chiazze arrossate ricoperte da squame biancastre accompagnate da desquamazione, prurito e talvolta dolore data la sua natura infiammatoria, cronica e sistemica la psoriasi tende ad evolvere se non trattata: nel 75% dei casi la psoriasi cutanea precede un interessamento articolare e in circa il 30% dei casi può manifestarsi un’artrite psoriasica con coinvolgimento delle articolazioni e dei tendini“.
La campagna “Psoriasi c’entro anch’io” è promossa da Amgen (leader globale nelle biotecnologie farmaceutiche) in partnership con ADOI, SIDeMaST e le Associazioni pazienti ADIPSO, ANMAR, APIAFCO e APMARR aps.