- Pubblicità -
Tempo di lettura: 6 minuti

Benevento – Il crollo del Ponte Morandi a Genova ha lasciato esterrefatti, ha sconvolto coscienze e ha naturalmente allarmato enti, istituzioni e chiunque detenga ruoli di responsabilità su vari livelli amministrativi.

In città il sindaco Mastella ha dapprima deciso la chiusura del Ponte San Nicola, progettato proprio da Morandi negli anni 50’, per i mezzi pesanti superiori a 3,5 tonnellate e successivamente, a seguito delle scosse di terremoto registrate nel vicino Molise, a tutti i veicoli.

Dopo il San Nicola è toccato al ponte di Contrada Epitaffio e i livelli di guardia restano alti anche su altri viadotti e ponti della città, soprattutto per quello di via Napoli e della tangenziale est che appaiono oggettivamente in condizioni non ottimali.

Per cercare di comprendere meglio la situazione, abbiamo sentito il presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Benevento, Giacomo Pucillo, docente a contratto di Ingegneria della Sicurezza all’Università degli Studi del Sannio.

“E’ necessario scindere due piani fondamentali, quello politico da quello tecnico. Il sindaco si è assunto una responsabilità politica e nulla da ridire su tale decisione. Dal punto di vista tecnico, in qualità di ingegnere, è necessario fare dei passaggi preliminari prima di potere dare un giudizio sulla sicurezza di un’opera. Innanzitutto visionare il progetto, effettuare rilievi geometrici e particolari costruttivi, conoscere lo stato dei materiali e le sollecitazioni a cui è sottoposto nel tempo. Solo in quel momento si potrà fare un resoconto preciso; tra l’altro il San Nicola è stato manutenuto ben due volte prima della sua riapertura del 2016. E’ chiaro che la situazione non è da sottovalutare ma ho percepito una preoccupazione e un’ansia eccessiva, dettata sicuramente dagli eventi genovesi”.

Si parla tanto di prevenzione, monitaraggio e messa in sicurezza, ma praticamente come vengono effettuate tali attività?

Quando si effettua un monitoraggio si installano delle strumentazioni per controllare come si comporta il ponte quando subisce diversi tipi di sollecitazioni, come ad esempio al passaggio dei veicoli, alle forti precipitazioni per poi intervenire ed eventualmente mettere in sicurezza l’opera facendo dei prelievi sui materiali, dal cemento al calcestruzzo, all’acciaio per valutare la loro tenuta, l’usura e dunque porvi rimedio e rinforzo”.

Sulla tragedia di Genova, l’ingegner Pucillo sottolinea la superficialità di molti commentatori che poco o nulla sanno della materia: 

“Sento cose incredibili, un ponte progettato negli anni 50’ viene giudicato con parametri che oggi non hanno senso. Qui non bisogna discutere della bontà di un’opera di altissima ingegneria ma del mancato adeguamento alle esigenze attuali. A livello nazionale e internazionale l’ingegneria italiana ha solo da insegnare al resto del mondo. Qualsiasi cosa però ha una vita e se non viene effettuata la dovuta manutenzione ordinaria e straordinaria e si abbandono le infrastrutture a se stesse, si rischiano anche dei crolli come quelli di Genova”.

“Su questo punto – prosegue il Presidente dell’Ordinemi preme sottolineare che c’è un’ordinanza del Consiglio dei Ministri 3274/2003, che impone le verifiche strutturali sulle opere di rilevanza strategica in caso di esodo o calamità, la cui funzionalità assume un rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile. Ordinanza che dà priorità a quelle strutture ubicate nelle zone simiche 1 – 2 tra cui ricade anche la nostra provincia. Come Ordine degli Ingegneri abbiamo sollecitato I sindaci della provincia di Benevento affinché richiedano un nostro contributo. I ponti sono compresi tra queste opere da controllare e il termine entro il quale occorreva effettuare dette verifiche è scaduto, dopo una proroga, il 31 marzo del 2013, con l’esclusione delle scuole che hanno ricevuto un’ulteriore proroga fino al 31 dicembre 2018. Non si può continuare ad operare solo e sempre sull’onda emotiva conseguente ad un episodio catastrofico ma occorre esercitare la buona pratica della prevenzione. La verifica di un’opera ai sensi dell’ordinanza del Consiglio dei Ministri è rilevante sia a fini della manutenzione che sulla decisione di continuare ad utilizzare la stessa in condizioni ordinarie, limitate o vietarne l’uso. Noi siamo a disposizione per entrare nel merito tecnico”.

Oltre al collasso del ponte di Genova, a preoccupare nuovamente i beneventani è il terremoto. Le scosse che hanno colpito il Molise, facendo tremare la terra anche qui a Benevento, hanno riavviato il dibattito sulla prevenzione e le verifiche sismiche degli edifici pubblici e privati. Il Presidente Pucillo ci ha illustrato le attività che verranno poste in essere.

“Il principio della manutenzione e la cura delle infrastrutture va estesa a tutti gli ambiti. Abbiamo attivato un evento per sensibilizzare ad adeguare e verificare gli edifici. E’ un progetto che rientra nella Giornata della Prevenzione Sismica promossa da Fondazione Inercassa, Consiglio nazionale degli Architetti, Consiglio nazionale degli Ingegneri, Protezione Civile, con lo scopo di promuovere una cultura della prevenzione sismica e un concreto miglioramento delle condizioni di sicurezza del patrimonio immobiliare del nostro Paese. Il 30 settembre  – spiega l’ingegner Pucillosarà l’occasione per presentare il programma di visite tecniche, informative e gratuite: “Diamoci una Scossa” . Per tutto il mese di ottobre migliaia di Professionisti si recheranno, su richieste dei cittadini, presso le loro abitazioni per fornire una prima informazione sui fattori che incidono sul grado di sicurezza dell’edificio e le agevolazioni finanziarie e fiscali (Sisma Bonus ed Eco Bonus) oggi a disposizione.”

Edifici da controllare, iniziative importanti ma alcune problematiche restano. Quella più preoccupante riguarda le strutture pubbliche come le scuole. Qualche giorno fa la Regione Campania ha pubblicato la lista delle scuole ammesse a finanziamento nel piano triennale di edilizia scolastica:

Su questo punto è necessario che le questioni vadano affrontate. Spesso la valutazione sulla sicurezza si riduce a un passaggio di documenti tra enti e dirigenti. Il dirigente comunica le problematiche ribaltando le responsabilità anche se ha comunque l’obbligo di interdire i locali se dovesse registrare pericoli imminenti. I soldi ci sono ma vanno spesi. E’ una questione di volontà politica.

Sul piano triennale di edilizia scolastica interviene anche l’ingegnere Luigi Travaglione: “Con il piano triennale sull’edilizia scolastica è stato fatto un passo avanti. Almeno abbiamo un elenco degli edifici messi male e dei fondi che effettivamente servono per cominciare a lavorare. Stiamo lavorando per far comprendere agli enti comunali che c’è bisogno di maggiore attenzione e sensibilità sul tema. Comunque molti comuni hanno fatto domanda in provincia di Benevento, affinché per effettuare delle verifiche serie da cui poi seguiranno i fondi per progettazione e finanziamento delle opere.”