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Annullata, in osservanza al Decreto del Presidente del Consiglio contenente le disposizioni e le prescrizioni per evitare il diffondersi del coronavirus, la prevista cerimonia commemorativa attraverso cui, in occasione dell’8 marzo, il Comune di Puglianello, aveva deciso di ricordare, dinanzi alla Chiesa di San Giacomo Apostolo, le donne decedute a causa di violenze. Verrà ugualmente sistemata, dinanzi al sagrato della chiesa, una tabella evocativa recante la scritta “Basta” a caratteri cubitali, una frase emblematica della poetessa Alda Merini “Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise, solo perché donne” e infine i nomi di molte donne italiane e straniere residenti in Italia vittime della furia omicida di compagni, mariti e conoscenti.
“L’obiettivo è quello di invitare tutti ad una preghiera cristiana e ad momento di profonda e intima riflessione sul femminicidio – spiega il sindaco Francesco Maria Rubano – un fenomeno che non si arresta nel nostro paese. Solo qualche giorno fa l’Istat ci ha rammentato che delle 133 donne uccise nel 2018, in più dell’80% dei casi la mano che ha colpito era di una persona conosciuta. In particolare, nel 54,9% dei casi dal partner attuale o dal precedente, un dato in aumento dallo scorso anno. Questo messaggio che intendiamo lanciare vuole combattere gli stereotipi correnti, promuovere la parità di genere e le azioni contro la violenza sulle donne. Risultati possibili solo attraverso un vero cambiamento culturale che ci impegniamo a sostenere, e approfittiamo per farlo l’8 marzo, in continuità con il 25 novembre, giorno in cui si celebra la giornata mondiale contro la violenza sulle donne”. “La violenza di genere è ancora un fenomeno allarmante – aggiunge la consigliera delegata alle Pari Opportunità Raffaella Iannotti – ed è chiaro che abbiamo ancora tanto bisogno di sensibilizzare le comunità, sia per capire, alla luce dei dati, cosa non ha funzionato finora, sia per diffondere sempre più l’idea che non esiste alcun tipo di violenza tollerabile. Osteggiare ogni forma di sopruso significa battersi in nome della dignità umana, della civiltà e di quei principi che oggi, nella società contemporanea, vengono ancora calpestati”.