- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Il 2019 sarà l’anno di avvicinamento alle elezioni regionali, in programma nei primi mesi del 2020. Un pensiero presente, eccome, nella mente di Clemente Mastella. Anche nel consueto appuntamento della conferenza stampa di fine anno, esaurito il capitolo dedicato alle vicende amministrative, il sindaco trova l’occasione per ribadire la sua volontà a essere della partita. E’ palazzo Santa Lucia, per Mastella, il luogo ideale per combattere e vincere quelle battaglie politiche ritenute oggi necessarie. Per la riscossa delle aree interne, per la rivalsa del Mezzogiorno. “Il Sud non ha bisogno di liberatori che vengono dal Nord. Già Garibaldi ci portò i piemontesi. E con loro arrivarono soprusi e sopraffazioni”.

Certo, la strada per ottenere la candidatura non si presenta in discesa, considerato che diverse sono le aspirazioni emerse e sollecitate tra le fila del centrodestra, ma l’inquilino di palazzo Mosti è convinto di avere carte buone da calare sul tavolo della discussione. E non ha timore a scoprirle: “Io ho già battuto il Movimento Cinque Stelle, e sono pochi in Italia a poterlo dire, e il Partito Democratico, prima ancora della sua crisi. Ho le qualità e gli attributi per riuscire a vincere”.

“Le aree interne – ancora il sindaco – hanno dominato per molti anni, con De Mita, con il gruppo avellinese e con me. Poi è subentrata una sorta di sottomissione. Ma posso capire la sopraffazione a danno di Mastella e delle classi dirigenti, non quella sulla pelle della povera gente. La tristezza inguaribile e indicibile della nostra gente è un qualcosa di insopportabile”.

E dunque: “Se posso lottare per questo, l’ultimo fiato prima di concludere la mia esistenza umana e politica, lo farò”.

“Non so se vincerò io – la conclusione di Mastella – ma certamente vinceranno le aree interne. Assicurerei comunque loro una nuova forma di tutela, anche non fossi io il candidato presidente, altrimenti non voterei nessuno. Ma, per la verità, preferisco fare direttamente il presidente. Sennò poi ti fottono”.