Altro che “Campania Divina”. Il termometro politico, secondo l’ultimo sondaggio dell’Istituto Piepoli, racconta una terra esasperata dai problemi e con poche certezze. E se altrove si va in ordine sparso, la provincia di Benevento spicca per lucidità e insofferenza: qui la disillusione è un carburante elettorale.
Partiamo dai dati. In un contesto dove la qualità della vita per il 45% dei cittadini campani è peggiorata, a Benevento solo il 38% è soddisfatto dell’operato dell’attuale governatore. La provincia sannita è tra le più critiche, superata solo da Avellino. Altro che “governatore del popolo”: qui la gente non abbocca ai proclami.
E ancora: se il 51% dei beneventani indica la sanità come il problema numero uno (contro il 38% regionale), qualcosa vorrà pur dire. Il sistema sanitario pubblico è percepito come allo sfascio. Gli ospedali? Più simili a sale d’attesa eterne che a presìdi di salute.
Ma veniamo ai nomi. Nel centrodestra, la guerra è tra noti e semi-noti. A Benevento il più conosciuto è Edmondo Cirielli con un 55% di notorietà, ma la fiducia più alta se la prende Matteo Piantedosi con il 46% (un dato sopra la media). Tuttavia, sul voto vero e proprio, colpisce il dato su Mara Carfagna: pur essendo meno conosciuta (41%), raccoglie una fiducia del 45% e un’intenzione di voto del 29%, la più alta in provincia. Sarà l’effetto nostalgia o semplice disperazione?
Nel centrosinistra invece, è il duello Fico–Costa a dominare: Roberto Fico convince il 56% del campione (dato totale), ma anche qui Benevento sembra voler “sorprendere”. Il gradimento per Lucia Fortini è sottotono, e il dato degli indecisi e del “non andrei a votare” resta allarmante.
A Benevento la politica non la si beve, la si mastica con amarezza. Più che aspettare il “Messia campano”, i sanniti sembrano dire: “Tornate con i fatti, non con gli slogan”. Tra un 22% che si dichiara ben informato (più della media) e un elettorato critico, il messaggio è chiaro: qui non vince chi urla più forte, ma chi ha le mani pulite e il coraggio di cambiare rotta.
Il tempo delle facce da cartellone è finito. A Benevento, e forse in tutta la Campania, sarà decisivo il voto di chi ha poco, ma sa vedere lontano.