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Giuseppe Ruggiero, consigliere provinciale del Partito Democratico, affida a una nota stampa la sua riflessione sulla questione rifiuti. Luci accese, in particolare, sulle vicende Casalduni e Sassinoro, sul ruolo giocato da Di Maria e Iacovella, sulla protesta del Movimento Cinque Stelle, sulle iniziative di Sandra Lonardo.

Scrive Ruggiero:

“Se a Benevento la politica ha deciso di ballare proprio sul tema dei rifiuti, allora non esiste campo peggiore in cui potersi cimentare. Le affermazioni del Ministro degli interni Salvini cadono proprio in un momento cruciale per la gestione del ciclo dei rifiuti. Una provincia che ha fatto segnare il 70% della raccolta differenziata per il 2017 certamente non ha bisogno di un termovalorizzatore.

Ma questo non significa che siamo immuni da problematiche. L’incendio dello Stir di Casalduni e la situazione economica della Samte, dovrebbero farci aprire gli occhi su una vicenda, quella del ciclo dei rifiuti, che la politica spesso utilizza come palcoscenico senza produrre alcuna soluzione concreta.  Ecco che la prima questione da affrontare è soprattutto l’ammodernamento dello Stir di Casalduni, struttura concepita fra il 1991 e il 1992, i cui costi fissi di gestione sono altissimi in funzione della quantità di rifiuti che viene giornalmente trattata, non solo perché era stato concepito per quantitativi maggiori, ma soprattutto per l’aumento della percentuale di raccolta differenziata che rende antieconomica la gestione di questa struttura, con i relativi costi che finiscono direttamente nella bolletta di tutti i sanniti.

Lo Stir dovrebbe passare nella gestione dell’ATO Benevento,  la cui assemblea per paradosso ha eletto proprio il Sindaco di Casalduni quale Presidente, un Sindaco che si è sempre battuto per la chiusura della struttura anche alla luce delle molte disfunzioni gestionali avutesi in passato, e che non vuol sentire parlare nemmeno di riconversione di questo in un impianto di compostaggio, che renderebbe però autonoma la Provincia di Benevento nel ciclo dei rifiuti, prospettiva che solo il ciclo industriale dell’ATO,  chissà quando si farà, potrebbe garantire. In ogni caso la nostra Provincia ha sempre dimostrato grande solidarietà nei confronti delle altre province campane, spesso non ricevendo nemmeno quanto stabilito per legge dalle altre società provinciali che pur hanno utilizzato i siti sanniti per sversare i propri rifiuti.

A questa paradossale situazione di inefficienza si affianca un’altra parodia che non può che dare ragione al Ministro Salvini. Sempre in questa area del Sannio, nel Comune di  Sassinoro, viene autorizzato un impianto di compostaggio, quelli che vengono propagandati dal Movimento  Cinque Stelle nella contrapposizione alla proposta di realizzazione di termovalorizzatori che Salvini vorrebbe realizzare in Campania. Ma proprio la delegazione di parlamentari sanniti, ben quattro fra deputati e senatori, è una delle più accanite sostenitrici del non realizzare impianti di compostaggio nel Sannio. Insieme a loro c’è anche il contributo dell’On. Sandra Mastella che prepara continue interrogazioni al Ministro Costa, ma in cui non ci spiega mai perché sia stato scelto proprio Sassinoro quale sito dell’impianto, o come mai l’Amministrazione non abbia presentato opposizione, nei tempi previsti per legge, quando la Regione Campania ha deciso di escludere l’impianto dalla Valutazione di Impatto Ambientale. Vicende che appartengono ad un territorio, quello della Comunità Montana del Tammaro, il cui Presidente era proprio l’attuale Presidente della Provincia Antonio De Maria che oggi dichiara di essere vicino alla popolazione di Sassinoro anche se, pur  di taglia minore,  in passato favori la realizzazione di un simile impianto proprio nel Comune di Sassinoro. In questa continua confusione nascono comitati di tutti i generi e per un impianto di compostaggio si temono le più nefaste conseguenze per l’ambiente, dall’inquinamento delle falde a quello dell’invaso di Campolattaro, al punto da far sembrare anche il peggiore dei termovalorizzatore una soluzione migliore. 

E’ evidente che simili preclusioni danno ragione al Ministro Salvini quando dice che il dire sempre no altro non ha fatto che avvelenare la Campania, ma il punto è che nel Sannio non si dice no solo ai termovalorizzatori, ma anche agli impianti di compostaggio, alternativa 5 Stelle alle proposte del ministro leghista, proponendo invece in alternativa inutili compostiere di comunità il cui funzionamento è tutto ancora da verificare e con molti Sindaci che sono inoltre all’oscuro delle procedure ambientali da farsi per ricevere autorizzazione all’utilizzo. Su tutto questo scenario non poteva mancare la città di Benevento, questa ancora senza un depuratore, situazione che certamente, e quotidianamente, contribuisce ad inquinare i fiumi Calore e Sabato, molto di più di un impianto di compostaggio, ed il cui Sindaco, nonostante i cittadini abbiano versato per anni la tassa sui rifiuti ha pensato bene di inserire quanto dovuto a Samte e alla Provincia di Benevento all’interno del dissesto finanziario del Comune, mandando di conseguenza in tilt i conti della società provinciale di gestione dei rifiuti. Non contento ha anche valutato negativamente il management della Società provinciale dimenticando le condizioni in cui versa la società comunale per i rifiuti, ASIA, a cui capo oggi ha messo proprio quella Liliana  Monaco che ha gestito per anni la Samte e che più volte aveva proposto di chiudere i cancelli dello Stir di Casalduni alla città di Benevento, che invece di pagare quanto dovuto presentava continui ricorsi contro la tariffa proposta da Samte per lo smaltimento dei riufiuti, contenziosi che successivamente il Comune ha sempre perso.

Ma su queste situazioni la Senatrice Mastella certamente non interrogherà il Ministro Costa, e nemmeno la deputazione Sannita Cinque Stelle sembra porre particolare attenzione. Intanto mentre la politica Sannita si cimenta in questi balletti, gli impianti di tritovagliatura dell’intero territorio campano subiscono attacchi chiaramente malavitosi, che tendono di mettere in ginocchio il ciclo dei rifiuti favorendo il trasporto di questi in altri siti fuori regione, spesso all’estero proprio in quei termovalorizzatori che in Germania producono calore ed elettricità e che noi utilizziamo a caro prezzo per non saper risolvere i problemi di casa nostra”.